Come nasce la fede in YHWH? Quando è diventato il solo Dio d'Israele? Perché esige la guerra o il sacrificio umano? Muovendo dalla lettura di alcuni testi del Pentateuco, si prende atto che monoteismo e coscienza dell'elezione procedono di pari passo. Tra diacronia e teologia, nella consapevolezza che l'incontro/scontro con altre divinità ha affinato la percezione di YHWH, si individuano i complessi processi teologici che determinano la fede monoteistica: assimilazione, opposizione e riduzione.
"La Bibbia insegna come si va in cielo e non come va il cielo". Muovendo da questa frase di Galileo il volume affronta la questione della verità della Sacra Scrittura, offrendo alcune piste di lettura di due testi molto problematici: Giosuè 10, in cui compare la famosa frase "Fermati o sole!", e Genesi 6 in cui si parla dei giganti e della loro unione con le donne. Con un linguaggio semplice e accessibile, rivolto soprattutto ai non addetti ai lavori, si intende chiarire quando la Bibbia sbaglia e cosa si intenda per errore. Lo scopo è fugare il campo da alcune letture fondamentalistiche che violentano il senso e offuscano la bellezza delle Scritture.
Un volume intorno alle provocazioni e alle domande fondamentali poste dal libro biblico del Qoèlet: un libro "scomodo" e che incanta.
L'Antico Testamento non racconta soltanto gli interventi salvifici di Dio per il suo popolo; espone anche come la relazione d'amore tra il primo e il secondo cresce nel quotidiano. La letteratura sapienziale illustra gli ambiti concreti del cammino di fede del credente, ne indica i pericoli, ne addita i vertici. Con linguaggio chiaro e preciso, Sebastiano Pinto fornisce al lettore le coordinate fondamentali per comprendere tali testimonianze di fede e lo aiuta ad accostare le pagine più significative di questa letteratura, anche nei suoi risvolti poetici. Poiché secondo la tradizione patristica, coloro che progrediscono nella vita di fede iniziano leggendo Proverbi, avanzano con Qoelet e giungono alle vette della perfezione solo con il Cantico, Pinto intende introdurre il lettore in questo cammino, da compiere accompagnati da giganti della spiritualità come, tra gli altri, Giobbe e Qoelet.
Il volume presenta il testo ebraico e la nuova traduzione italiana del Libro dei Proverbi,un saggio introduttivo, un ricco apparato di note filologiche e di commento, un approfondimento di carattere liturgico.
Fa parte della collana “Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi”.
Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali.
I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
Il significato simbolico degli animali nella Bibbia dal quale ogni civiltà attinge immagini e proverbi.
978882631772 Il volume è stato pensato come uno strumento utile ai fini della comprensione del Pentateuco e dei Libri Storici della Bibbia ebraica. Esso nasce dall'insegnamento e mira a facilitare l'approfondimento dei testi e delle problematiche che si affrontano nei percorsi di formazione degli Istituti Superiori di Scienze Religiose e delle Facoltà Teologiche, non mancano studi seri e approfonditi su questi argomenti; più raro è, invece, disporre di un manuale che tratti in maniera accessibile e, allo stesso tempo, scientifica le principali questioni in rapporto alla ricerca sul Pentateuco e sui Libri Storici, e che comprenda al suo interno anche alcuni saggi di esegesi. L'intento del manuale è quello di porre ordine nell'ampio e intricato quadro degli studi biblici sulla Tôrâ e sui libri della tradizione storica, esponendo sia le principali acquisizioni e le questioni sulle quali è ancora aperto il dibattito, sia due «focalizzazioni» attorno ai temi della terra e della Legge, temi ritenuti fondamentali per una sintesi teologica dei testi. Due sezioni compongono il volume, nella prima si affrontano le questioni fondamentali quali: i problemi letterari e la paternità mosaica del Pentateuco con la storia relativa agli studi sulla sua formazione e compilazione. Anche in rapporto alle tradizioni del Deuteronomista e del Cronista si presenta lo status quaestionis e le attuali convinzioni degli autori. Nella seconda parte del manuale si collocano sette brani di esegesi. Infine, quattro excursus raggruppati nell'appendice (sulla storicità degli avvenimenti dell'esodo, sul genere letterario, sulle quattro fonti e sul metodo storico-critico) racchiudono argomenti importanti sui quali spesso, nella didattica, è stato necessario indugiare ai fini di una migliore comprensione delle questioni.
Sebastiano Pinto, è nato a San Vito dei Normanni (BR) ed è presbitero della diocesi di Brindisi-Ostuni. Ha conseguito la Licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, il Dottorato in Teologia con Specializzazione Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Sociologia presso l'Università degli Studi di Lecce. È docente di esegesi dell'Antico Testamento nella Facoltà Teologica Pugliese presso l'Istituto Teologico Pugliese (Molfetta) e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi.
Dove abita la Sapienza? «Solo Dio ne conosce la via, lui solo sa dove si trovi»,sembra rispondere Giobbe (28,23),la cui esperienza tuttavia,delinea, uno dei luoghi di incontro con la Sapienza del Cielo. All’uomo in ricerca, il cosiddetto Pentateuco sapienziale addita cinque spazi privilegiati di confronto e di dialogo con la sapienza che viene da Dio: la strada (Proverbi), il giaciglio del dolore (Giobbe), la cattedra dei maestri (Qoèlet), la tradizione degli antichi (Siracide) e la porta di casa (Sapienza). Cinque luoghi che conducono a una sesta dimora:quella dove l’amore sponsale (Cantico dei Cantici) trasforma la ricerca in esperienza e l’incontro in un momento di intimità e di comunione.
AUTORE Sebastiano Pintoè nato a San Vito dei Normanni (Br) nel 1973. Ha conseguito la licenza in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, il Dottorato in Teologia con Specializzazione Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Sociologia presso l’Università degli Studi di Lecce. È docente di esegesi dell’Antico Testamento nella Facoltà Teologica Pugliese presso l’Istituto Teologico Pugliese (Molfetta) e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi.Direttore della rivista teologica Parola e Storia, è autore dei volumi: Ascolta Figlio. Autorità e Antropologia nell’insegnamento di Proverbi 1-9,Città Nuova,Roma 2006;“Saremo anche noi come tutti i popoli”. La nascita della monarchia (1Sam 8–11) e il ritorno dall’esilio (Esdra) riletti in chiave biblico-sociologica, San Paolo,Cinisello B.(Mi) 2007.
Il volume analizza esegeticamente le dieci istruzioni padre-figlio di Proverbi 1-9. La metodologia esegetica seguita (diacronica e sincronica) segue le istanze del metodo storico-critico e si avvale della ricchezza ermeneutica delle scienze umane (la sociolinguistica e la psicologia dello sviluppo). L'attenta esegesi dei testi, che muove dal lato sociolinguistico secondo il quale l'organizzazione sociale e relazionale avvengono attraverso il medium dell'attività linguistica, getta nuova luce sul concetto di autorità e delinea la portata e la forza dll'insegnamento del padre-maestro, recuperando la visione dell'uomo che soggiage all'insegnamento offerto dal maestro (obiettivi, valori, visione del mondo, paure, certezze). Si approfondisce così la dimensione personalistica delle istruzioni mediante l'analisi del "saggio in relazione". L'interazionismo simbolico costituisce un valido supporto per cogliere la costruzione sociale della persona. Questa prospettiva ermeneutica disegna un volto inedito della figura del padre-maestro e definisce i tratti della nuova identità educativa dl padre: egli abilita il figlio ad un approccio "olistico" alla realtà, alieno da duelismi antropologici che vorrebbero contrapporre e separare ambiti differenti dell'esistenza umana.
Perché «la creazione» (Gen 1,1-28)? Perché è un «punto di incontro» su cui dialogare per imparare a «com-prendersi», cristiani, ebrei e musulmani. Dio per primo ha iniziato parlare con l'uomo proprio attraverso il dialogo creatore: egli si è autorivelato. Per gli autori ci sono alcune differenze tra le religioni, ma quello che rimane è che Dio è il Creatore, eterno, cioè che esisteva prima di creare il resto delle cose e l'uomo e la donna sono suoi partner nel custodire la terra.