La Prima guerra mondiale ha contribuito a modificare fortemente i tradizionali assetti del sistema delle assistenze all'infanzia e alla maternità in Italia, in gran parte gestito fino ad allora da una fitta rete di istituti e realtà confessionali, nonché da una notevole quantità di Opere pie caratterizzate da metodi antiquati e irrazionali. A questo cambiamento contribuiscono soprattutto il mondo dei medici, clinici e direttori di brefotrofi, quello istituzionale, e infine quello del volontariato laico di base, all'interno del quale ruolo fondamentale hanno le donne. Tutte e tre queste realtà sono stimolate dall'evento bellico e dalle sue drammatiche urgenze a misurarsi con maggiore impegno e creatività con queste tematiche. Le varie forze in campo collaborano e confliggono fra loro in maniere diverse determinando un quadro particolarmente complesso e articolato - ricco di contraddizioni ma anche di risultati - come testimonia la dettagliata mappa delle modalità di intervento che si realizzano nelle diverse città della penisola.
Il volume offre un panorama ampio e nello stesso tempo ricco di puntualizzazioni della società italiana di fronte allo sconvolgimento bellico. Si affrontano temi e nodi storici sui quali la storiografia ha poco lavorato, ricostruendo in modo originale la vivace e complessa azione dei soggetti che negli anni del conflitto hanno dato vita a quello che ormai si definisce 'il fronte interno'. L'intento è far interagire realtà e fenomeni diversi, a volte non facilmente relazionabili, come l'ampia e articolata azione sociale e politica delle donne borghesi e aristocratiche, delle interventiste, delle cattoliche, fino alle pacifiste e alle operaie; le vicende dei giovani esploratori laici, delle varie associazioni nazionaliste, irredentiste, ginniche, pacifiste ed emancipazioniste, nonché della miriade di comitati e gruppi nati in occasione del conflitto.
Fra le diverse esperienze in cui si tradusse nel nostro paese lo scoutismo del britannico Baden Powell, quello ideato da Carlo Colombo, medico e fisiologo piemontese, costituisce l'esperienza maggiormente connotata a livello etico-politico, ma anche quello che ottenne il maggior successo di pubblico. La ricerca di Beatrice Pisa traccia un'analisi complessiva di questa esperienza dalla fondazione sino agli anni dello scioglimento.