L'etnografia antica ha il suo vertice nel filosofo stoico Posidonio di Apamea (135-50 a.C. circa), una mente universale alla Leonardo, che nelle Storie purtroppo giunte fino a noi solo in frammenti - elimina con l'autopsia secolari pregiudizi nei confronti dei barbari e con un'accurata critica delle fonti errori e leggende, spiegando con una salda teoria filosofica l'uguaglianza di fondo e al contempo le diversità tra i popoli. Al centro delle sue ricerche, che riguardano comunque tutte le genti gravitanti attorno al mondo greco-romano, ci sono i Celti, coraggiosi, forti e sani, contrapposti ai popoli orientali, in piena decadenza tra lussuria e superstizione. Ma Posidonio si rivela anche grande scrittore, capace di descrizioni precise e divertenti in uno stile limpido e vivace. Non è certo un caso che Cesare, Diodoro, Strabone e Plutarco gli siano profondamente debitori.
Posidonio può essere considerato il più importante pensatore del I sec. a.C. I suoi interessi spaziarono ben oltre l'ambito filosofico in senso stretto, tanto che si guadagnò da Strabone l'epiteto di "polymathés", cioè uomo di vasta cultura. Questa edizione cerca di attribuire al filosofo le idee che gli possono essere ascritte con maggior sicurezza, introducendo poi una serie di passi che potrebbero a buon diritto essere posidoniani. I suoi interessi spaziano dalla filosofia, in cui si conformò alla tradizione stoica antica, introducendo innovazioni derivate dalla tradizione platonico-aristotelica, alla geografia, dalla meteorologia all'astronomia, dalla linguistica alla storia.