A Natale in tutto il mondo cristiano, la cena della Vigilia e il pranzo del 25 dicembre seguono menù che sono gli stessi da almeno due secoli. All’interno di queste inalterate consuetudini, gli ingredienti si ripresentano con tranquillizzante ripetitività, quasi fossero essi stessi simbolo del Natale. Alcuni sono legati alla stagionalità (ma la loro forza simbolica è tale da farli comparire sulle tavole anche nell’emisfero sud), altri traggono la loro forza solo dal richiamo della tradizione, che recupera usi e materie ormai desueti. Ecco allora che ogni Natale ricompaiono dolci e pani speziati, che, al posto dello zucchero raffinato (prodotto dell’età moderna), utilizzano il miele e rispolverano spezie di cui s’è persa l’abitudine nella cucina di tutti i giorni.