Il carteggio che Prezzolini e Slataper intrattennero negli anni della loro collaborazione alla "Voce", tra il 1909 e il 1913, è ancora in larga parte inedito. Nell'Epistolario di Slataper, curato da Giani Stuparich (Mondadori, Milano 1953), sono state pubblicate circa cinquanta lettere a Prezzolini. La corrispondenza di Prezzolini all'amico, che è custodita presso l'Archivio di Stato di Trieste, invece, non è mai stata pubblicata. Il carteggio è molto importante per chi sia interessato a ricostruire la vita, le vicende e il ruolo della "Voce" nel quadro della cultura del primo Novecento. Molte lettere di Prezzolini consentono, infatti, di chiarire le ragioni dei contrasti interni alla rivista e contribuiscono altresì a mettere in luce la complessa personalità del suo fondatore. Esse testimoniano, inoltre, il sentimento profondo di amicizia e di stima reciproca stabilitosi subito tra i due interlocutori, che spiega la confidenza e la schiettezza con cui Prezzolini parlava a Slataper, inusuale nei carteggi con altri collaboratori.
L'arrivo di Biagio Marin a Firenze risale al 1911, quando avrà modo di frequentare l'ambiente letterario de "La Voce", la più famosa rivista dell'epoca. È in questa occasione che Marin conosce Prezzolini ed inizia con lui quel sodalizio umano e culturale che durerà tutta la vita. "Non oso scriverti, perché temo di darti noia; ma ti ricordo sempre con grande affetto e ti dirò che fai parte del tessuto della mia vita e che stranamente ho finito per riconoscere che ho finito per diventare... completamente prezzoliniano". Queste affermazioni risalgono infatti alla fine del 1979: rappresentano una sorta di bilancio, quasi una confessione fatta a cuore aperto. Ma sono anche parole che ci fanno capire che lo scambio tra Marin e Prezzolini non si esaurisce nella comune esperienza vociana. I due continuano a mantenere vivo il loro rapporto fino al 1982, anno della morte di Prezzolini, e lo fanno, come dimostrano le lettere che vengono qui presentate, non attraverso gesti di circostanza o di cortesia, ma con l'intensità emotiva ed intellettuale di chi si dispone al dialogo.
Concepita dal giovane Giuseppe Prezzolini come risposta alle istanze di rinnovamento della Chiesa cattolica messe in campo dal modernismo, l'opera fu pubblicata per la prima volta nel 1908, pochi mesi dopo la condanna del movimento da parte di papa Pio X. Il testo fu ristampato - privo di note - più di cinquant'anni dopo, nel 1963, in un clima culturale radicalmente mutato, sebbene pervaso da analoghe spinte modernizzatrici all'interno della Chiesa cattolica.
Secondo volume del Carteggio tra Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini relativo agli anni 1908-maggio 1915, quando i due amici appena ventisettenni, chiusa l'esperienza del "Leonardo" e recuperati spazi di libertà, si dedicano ad una varia ed intensa attività culturale. Sono gli anni della "Voce" di Prezzolini, della partecipazione defilata e sostanzialmente eterodossa di Papini al foglio dell'amico, della fondazione dell'"Anima" prima e di "Lacerba" poi, dell'esperienza futurista; gli anni che precedono il primo conflitto mondiale e culminano con l'entrata in guerra dell'Italia.