Con discorso chiaro e suggestivo, Privitera racconta criticamente l'Odissea spiegando le funzioni che i vari elementi svolgono nell'organismo narrativo. Egli libera Odisseo di ogni posteriore incrostazione e gli restituisce l'aspetto "omerico" di guerriero forte e abile, rispettoso degli dèi e sorretto dalla nostalgia della moglie e della famiglia. Dimostra come l'Odissea non sia solo viaggio e avventura in terre remote, fra popoli strani, fra maghi, mostri e giganti cannibali; ma sia un occhio spalancato sull'universo: sul cielo stellato, il mare in tempesta, l'ignoto futuro, il regno dei Morti, l'esotico Egitto, i paesi d'Oriente, le dimore incantate, i palazzi dei principi e le capanne degli umili.