La Confutazione di alcune dottrine aristoteliche è opera in lingua greca falsamente attribuita dalla tradizione manoscritta all'apologista Giustino, la cui redazione può probabilmente essere datata tra il IV e il V secolo. L'opera si inserisce nella tradizione del pensiero cristiano antico che, a partire dalla convinzione che L'attività creatrice di Dio si collochi ab initio temporis, individua in Aristotele, sostenitore della dottrina dell'eternità del cosmo e del tempo, uno dei bersagli privilegiati della sua polemica. In questo contesto l'atteggiamento dell'anonimo autore della Confutatio appare tuttavia singolare: per difendere la creazione dal nulla egli si confronta in modo diretto - caso quasi unico all'interno della Patristica - con il testo aristotelico della Fisica e del trattato De caelo, confutandone le dottrine con argomentazioni di carattere esclusivamente filosofico ed evitando il richiamo al testo biblico quale strumento probatorio.
Due testi poco noti del primo cristianesimo,diversi tra loro per collocazione geografica,datazione,identità degli avversari,cultura degli autori e tuttavia accomunati dal tema principale,la salvezza della carne.Essi ci descrivono una polemica; ci parlano di posizioni dottrinali che convergono pienamente nella negazione della “risurrezione della carne”, che i due autori dimostrano invece essere verità di fede. La Terza lettera ai Corinzi, è composta da due brevi testi in forma di scambio epistolare. La prima lettera si presenta come inviata dai cristiani di Corinto a Paolo,per chiedergli di confutare alcune dottrine da loro giudicate molto perniciose.La seconda costituisce la risposta che Paolo avrebbe inviato ai Corinzi, per esaudire la loro richiesta.La corrispondenza fu sul punto di entrare stabilmente nel corpus degli scritti paolini. La risurrezione, dello Pseudo-Giustino è un discorso apologetico, finalizzato a difendere la fede nella risurrezione della carne; ci offre una preziosa testimonianza sull’inizio della riflessione del cristianesimo colto occidentale circa le aspettative escatologiche individuali, e sul contesto storico e ideologico nel quale essa si sviluppò. Terza lettera ai Corinzi: «Dio,l’Onnipotente,è giusto e non vuole vanificare la propria opera plasmata». La risurrezione: Ma se la carne non risorge, perché viene custodita e non le consentiamo piuttosto di abbandonarsi ai desideri? Se invece il nostro medico,Gesù il Cristo,che ci ha strappato dai nostri desideri,mette a regime la nostra carne con la sua regola di temperanza e continenza, è chiaro che la custodisce dai peccati, poiché essa ha una speranza di salvezza.
AUTORISi tratta di opere pseudepigrafe, cioè attribuite la prima a Paolo,la seconda a un famoso apologista,Giustino,appunto.
Alberto D’Anna insegna Letteratura delle origini cristiane all’Università “Roma Tre”,. Studia la storia e la letteratura del cristianesimo dei primi secoli, l’eresiologia, le tradizioni letterarie su Pietro e Paolo. Ha pubblicato l’edizione critica del discorso su La risurrezione dello Pseudo-Giustino (Brescia, 2001). Recentemente ha curato la sezione monografica Tradizioni apocrife e tradizioni agiografiche. Fonti e ricerche a confronto in Sanctorum 4(2007) e,insieme con C.Zamagni, il volume collettivo Cristianesimi nell'antichità: fonti,istituzioni,ideologie a confronto,Hildesheim 2007.