Per tanti politici il Mezzogiorno è soltanto un serbatoio elettorale, per parecchi nordisti un mercato da sfruttare, per alcuni imprenditori, sindacalisti e burocrati un bancomat a uso personale, per tutti i mafiosi un territorio da depredare, per certi antimafiosi un lavoro occasionale, per molti meridionali un luogo sul quale recriminare (e basta). Questi untori hanno avvelenato il Sud, riducendolo in coma profondo. Non paghi, speculano sulla sua agonia per costruire carriere, fortune e potere a danno di deboli, ingenui e onesti. Carlo Puca ha percorso da cronista tremila chilometri nel Mezzogiorno d'Italia. La sua indagine inizia con una ricognizione sui luoghi del delitto - da Lampedusa all'Aquila, passando per Papasidero, Viggiano, Barletta, Castel Volturno - per poi individuarne i mandanti, tracciare l'identikit degli esecutori e inchiodare i complici alle loro responsabilità. Un viaggio "di fatica e di scoperte" che - confessa Puca - "ha mutato la mia indole pacifica e fatalista". Un libro scritto "con sentimento divenuto nel tempo risentimento", fino a quando le mille storie raccolte gli hanno palesato l'unica soluzione possibile: ammazzare "una certa idea di Meridione" per trascinare nella tomba anche i vari "dittatorelli" che deprimono la sua libertà. Cosicché il Sud possa finalmente sperare di rinascere nuovo e diverso.
2 giugno 2010, festa della Repubblica italiana. E trionfo del nepotismo. I titoli sono tutti su favori e prebende a figli, cognati e mogli della cricca del terremoto. Il familismo amorale elevato a sistema gelatinoso. Ma la bella società italiana non è soltanto quella dell'Aquila. Attori, cantanti, professori universitari, giornalisti, calciatori: nessuno sfugge alla regola. A partire, va da sé, dai politici. Ma "Tengo famiglia" non è un trattato di sociologia, è il libro di un cronista che fa nomi e cognomi, racconta fatti circostanziati e inediti, denuncia soprusi e nefandezze sull'Italia delle Parentopoli. Senza pietà alcuna. (Prefazione di Pietrangelo Buttafuoco)