"Vita! Storia. Civiltà. India. Lotta dell'uomo. Tutto!" Così, con questa spiccia definizione, Qurratulain Hyder, riassunse esemplarmente il contenuto della sua opera. La narrazione muove dal quarto secolo a.C., durante la stagione del monsone, quando le nubi sono gonfie di pioggia... Gautam Nilambar, studente dell'antica università della foresta di Shravasti, trova rifugio in una caverna e si imbatte in Hari Shankar, principe che desidera farsi monaco buddhista. Il principe è fratello di Champak, fanciulla affascinante e dall'intelletto acuto, di cui Gautam si innamora perdutamente. È l'inizio di una saga che spazia attraverso buona parte della storia dell'India, dagli antichi regni hindu ai sultanati musulmani del Medioevo, dalla sfarzosa epoca dei nababbi dell'Oudh al Raj britannico, fino al periodo dell'Indipendenza e ai primi anni della diaspora degli indiani in Occidente. Il fiume infuocato del tempo, con le sue correnti insondabili, unisce e separa i protagonisti: i personaggi ritornano in diverse epoche, e le loro vicende permettono di dipingere un quadro sorprendente della storia indiana e della ricchezza delle tante culture che coesistono nel Subcontinente. "Fiume di fuoco" è considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura indiana del Novecento e, oltre ad aver avuto un immediato, vasto e duraturo successo di pubblico e critica, ancor prima di essere tradotto in inglese ha esercitato una grande influenza su molti scrittori indiani anglofoni.