Con i "Cantiques Spirituels", tersa parafrasi di brani dell'Antico e del Nuovo Testamento, e "le Hymnes"..., traduzione bella e infedele di alcuni inni latini del Breviario Romano - intrapresa nell'adolescenza, rimaneggiata nell'età adulta, infine condannata per eresia giansenista -, un legame intimo e profondo unisce la giovinezza e la maturità di Racine, raccolto nella "retraite" dopo l'abiura del teatro. "Margini" del corpus raciniano, queste poesie attraversano il cuore delle tragedie profane e bibliche.
Il volume raccoglie l'intera opera teatrale di Racine: undici tragedie e una commedia, "Les Plaideurs", tutte tradotte da poeti italiani contemporanei: Giovanni Raboni, Mario Luzi, Luciano Erba, Maurizio Cucchi, Riccardo Held e Milo De Angelis. Il testo francese proposto a fronte è quello dell'edizione del 1697, l'ultima pubblicata in vita dall'autore. La curatela è affidata al francesista Alberto Beretta Anguissola, già autore (insieme a Daria Gelateria) dell'innovativa annotazione "Alla ricerca del tempo perduto" di Proust. L'introduzione è firmata da Rene Girard, filosofo e critico di fama mondiale, che dall'ermeneutica del testo letterario sfocia nella riflessione antropologica sul problema del sacro e del mito.