Quando allo scoccare della mezzanotte Saverio compie diciott'anni, come in un racconto di Dickens, viene visitato da un'apparizione che gli conferisce il diritto di voto. "Da un grande potere derivano grandi responsabilità": ma da subito lui si dichiara inadeguato, riluttante e scettico nei confronti di questo superpotere. Tuttavia Saverio cresce e vota, ed ecco che vediamo scorrere gli ultimi vent'anni di politica italiana attraverso gli occhi di un elettore distratto, sempre più (auto)critico verso sé stesso, l'elettorato e il suffragio universale. Fino all'ascesa del populismo, fino alle ultime elezioni politiche e alla conseguente crisi definitiva, quando si chiede: come posso io, semplice elettore, sabotare dall'interno questo sistema votato al disastro? È così che Saverio avanza la proposta di una riforma elettorale rivoluzionaria: democraticizziamo l'elettorato, votandolo. Perché se la democrazia è governo del popolo, non è vera democrazia se non puoi scegliere da quale popolo farti governare! Ma, mentre tenta goffamente di portare avanti la sua proposta, Saverio scopre alcune scottanti verità sulle nuove caste e sui poteri occulti... Con la sua satira sferzante e paradossale, Saverio Raimondo sovverte luoghi comuni e verità acquisite per riflettere in modo anticonvenzionale, dissacrante e divertente sui diritti e i doveri del popolo sovrano, e sul senso profondo della democrazia.
Abbiamo sempre pensato all'ansia come a un problema: qualcosa che peggiora le nostre vite e quelle degli altri. Ma se non fosse così? Saverio Raimondo è un comico. Ma prima ancora è una persona. Ansiosa. Figlio di madre ansiosa, che a tavola esortava il suo appetito di bambino con l'invito: "Mangia, che stai morendo". Dopo essere cresciuto nell'ansia altrui, Saverio in età adulta ne ha sviluppata una sua, personale. E ha imparato non solo a conviverci e a scherzarci su, ma anche a riconoscervi una forza motrice che lo spinge a migliorarsi. Da questa esilarante prospettiva rivoluzionaria, scrive il suo personale elogio dell'ansia: in essa individua uno dei massimi fattori evolutivi dell'uomo nel corso dei secoli; rilegge in chiave "ansiosa" alcuni dei principali avvenimenti e dei personaggi più stressati della storia; rivaluta il senso di colpa come baluardo della civiltà; affronta con umorismo e ironia tutte le principali fonti di ansia del mondo contemporaneo - dal terrorismo al cibo alla privacy. Mescolando, con la sua personalissima forza comica, autobiografia, speculazioni filosofico-umoristiche e applicazioni pratiche surreali, Saverio Raimondo riabilita agli occhi del lettore uno dei mali più diffusi nelle nostre società - e quindi riabilita l'ansioso a se stesso -, producendo un arguto e divertentissimo ribaltamento cardinale: non bisogna farsi paralizzare dall'ansia, ma lasciarsi ispirare e guidare da essa. Non un manuale di auto-aiuto dunque, semmai di aiuto-aiuto. Ma senza panico.