L'avvento della modernità segna il progressivo e inarrestabile affermarsi di una libertà che si delinea in modo contraddittorio fra individualismo, affermazione di autonomia e salvaguardia della singolarità. In questi tre dialoghi-interviste Mauro Magatti, Silvano Petrosino e Massimo Recalcati mettono in luce il gioco fra verità del reale ed esercizio della libertà.
Come si costituisce un soggetto e cosa rende la sua vita degna di essere vissuta? Queste due domande sono al centro del pensiero di Lacan, di cui Massimo Recalcati presenta qui una lettura ampia centrata sulle categorie di desiderio e di godimento. Questo testo, cui seguirà un secondo volume dedicato alla clinica psicoanalitica, non prende partito per il Lacan del desiderio contro il Lacan del godimento né viceversa. Sceglie la via di mostrare come desiderio e godimento siano i poli entro i quali si snoda il processo di soggettivazione e accentua lo statuto etico del soggetto esposto ad una responsabilità illimitata eppure senza padronanza. Attraverso questa griglia il lettore potrà seguire lo sviluppo del pensiero di Lacan sul soggetto e ripercorrere i suoi temi più conosciuti: lo stadio dello specchio, l’aggressività paranoica, la funzione dialettica della parola e le leggi strutturali del linguaggio, il Nome del padre, il dono d’amore, il fattore letale del significante, l’oggetto piccolo (a), l’angoscia come incontro con il reale, l’inesistenza della Donna e del rapporto sessuale, la pratica dell’arte come organizzazione del vuoto, Joyce-il-sinthomo.
L'autore
Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti lacaniani in Italia, è membro analista dell’Associazione lacaniana italiana di psicoanalisi e direttore dell’irpa (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata). Insegna all’Università di Pavia. Le sue numerose pubblicazioni sono tradotte in diverse lingue. Nelle nostre edizioni ha pubblicato con successo L’uomo senza inconscio (2010), Cosa resta del padre? (2011) e Ritratti del desiderio (2012).
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale nel febbraio 2012, dedicato al pensiero della generazione; un tema questo divenuto antropologicamente incerto e culturalmente stretto nella morsa di contraddizioni imbarazzanti. Il figlio infatti è sempre più assorbito nella sfera della realizzazione del desiderio individuale, proprio mentre la discrezionalità di tale desiderio assume ormai il valore di un diritto assoluto. Ne derivano, sin d'ora, trasformazioni del sentire collettivo che impongono ancora una volta a chiedersi: che cosa significa la responsabilità di "trasmettere la vita"? E che cosa vuol dire, oggi, la cura della "qualità della vita"? Che cos'è "voler bene" nell'orizzonte dell'umano condiviso? E che cosa comporta la custodia dell'integrità dell'umano per le "generazioni future"? I saggi del volume sono volti pertanto all'intelligenza della qualità spirituale e della sostanza etica della generatività umana secondo i diversi approcci filosofici, psicologici, sociologici e teologici.
L'Occidente capitalista ha prodotto una nuova forma di schiavitù: l'uomo senza desideri, condannato a conseguire un godimento schiacciato sul consumo compulsivo e perennemente insoddisfatto. Era la tesi di "L'uomo senza inconscio": nel nostro tempo il desiderio rischia l'estinzione. Ma quando diciamo "desiderio" che genere di esperienza evochiamo? Qual è il significato di questa "parola" così fondamentale per la realtà umana? Massimo Recalcati indaga qui un tema chiave della dottrina di Lacan: il desiderio e i suoi enigmi. Come in una galleria di ritratti vengono raffigurati i diversi volti del desiderio umano: il desiderio invidioso, il desiderio di riconoscimento, il desiderio di "niente", il desiderio angosciante, il desiderio sessuale, il desiderio d'amore, il desiderio di morte, il desiderio dell'analista... Ne scaturisce una sintesi semplice e avvincente, che può essere considerata l'introduzione più efficace e più leggibile al pensiero di Lacan.
Massimo Recalcati interroga la funzione paterna nell’epoca della sua crisi. Attraverso Sigmund Freud e Jacques Lacan e alcune figure tratte dalla letteratura (Philip Roth e Cormac McCarthy) e dal cinema (Clint Eastwood), si delineano i tratti di una paternità indebolita ma comunque essenziale.
Nel tempo dell’evaporazione del padre, che cosa può essere ancora una guida per il soggetto? Insomma, cosa resta del padre?
Massimo Recalcati, psicoanalista, insegna Psicopatologia del comportamento alimentare all’Università di Pavia. Nelle nostre edizioni ha pubblicato con successo L’uomo senza inconscio (2010).
Secondo l’autore, nelle forme psicopatologiche oggi più diffuse - anoressie, bulimie, tossicomanie, depressioni, attacchi di panico, somatizzazioni - il soggetto dell’inconscio, cioè il soggetto del desiderio, non è più protagonista.
Al centro della nuova clinica non ci sono più fenomeni di inibizione del desiderio ma l’assenza, lo spegnimento, la morte del desiderio come tale. Prevalgono l’apatia, il vuoto, la fatica di esistere. In questo senso la nuova clinica è una clinica dell’anti-amore, è una clinica senza il soggetto dell’inconscio.
L'autore
Massimo Recalcati, psicoanalista, insegna Psicopatologia del comportamento alimentare all’Università di Pavia. Ha pubblicato, tra gli altri, Sull’odio (Bruno Mondadori, 2004) e Melanconia e creazione in Vincent Van Gogh (Bollati Boringhieri, 2009).
Il progresso delle neuroscienze, l'uso degli psicofarmaci, le terapie brevi centrate sulla correzione del sintomo sembrano decretare la morte della psicoanalisi. La cura deve comprimersi il più possibile. Contro questa deriva cinica un pamphlet che sintetizza perché vivere senza inconscio sarebbe una catastrofe interiore.
Il volume affronta una delle forme più attuali e inquietanti della psicopatologia dei cosiddetti disturbi del comportamento alimentare: l'anoressia-bulimia. Mettendo a frutto la propria esperienza clinica, Massimo Recalcati ne tratteggia i principi che la governano - la passione per il niente, l'appetito di morte, la domanda d'amore, la contemplazione estetica dell'immagine allo specchio, l'imperativo morale della rinuncia - mostrandone, attraverso una riflessione che muove da Freud e Lacan, una metapsicologia ancorata al sociale, una clinica del corpo irriducibile all'isteria e una strategia del trattamento che fa perno sulla relazione più che sul potere simbolico dell'interpretazione. Una scrittura a tratti poetica e concettualmente limpida accompagna il lettore nei labirinti di una delle forme più scabrose del disagio contemporaneo della civiltà.
Una lettura sintetica di Lacan attraverso i vertici teorici di illuminismo, esistenzialismo e strutturalismo. Un libro scritto da uno psicoanalista che prova ad interrogare la cifra etica del percorso lacaniano. Il prefisso neo" che appare nel titolo sintetizza l'effetto inedito che questo percorso provoca su alcuni grandi motividi questi tre "ismi": memoria, responsabilita e ragione critica; decisione, liberta e ripetizione; struttura, verita e godimento. Questo libro ritorna con Lacan sull'opposizione tra singolare e universale che si declina nell'esperienza psicoanalitica come cruciale esigendo ogni volta una soluzione soggettiva. Ne emerge una concezione della singolarita che anziche procedere per esclusioni rigide (soggetto senza struttura o struttura senza soggetto), mantiene in tensione la contingenza soggettiva, nella sua irriducibile particolarita, con l'azione costituente e sovraindividuale del grande Altro. "