La simonia è certamente uno degli abusi peggiori che ha afflitto la Chiesa sin dalle sue origini. Essa ha i suoi inizi nel racconto del capitolo ottavo degli Atti degli Apostoli, dove il mago Simone chiede a Pietro di poter ricevere lo Spirito Santo in cambio di una somma di denaro. Nel corso dei secoli, il tentativo di comprare e vendere i sacramenti e gli uffici ecclesiastici è stato visto come la prima e la più pericolosa di tutte le eresie, provocando la riprovazione e la condanna di papi, sinodi e concili.
Lo studio ripercorre le fondamentali tappe teologiche e giuridiche del percorso dell'espressione symoniaca heresis, che a partire da Gregorio Magno descrive questa forma di corruzione, dalle prime formulazioni negli scritti dei Padri della Chiesa fino alla Riforma gregoriana ed alle sue collezioni, per giungere infine all'opera fondamentale del cosiddetto rinascimento giuridico del XII secolo, il Decretum Gratiani. Di quest'ultima opera viene analizzata nel dettaglio la prima quaestio della Prima Causa, ricostruendone dettagliatamente il processo redazionale alla luce dei più recenti studi in materia.
La formula plenitudo potestatis, applicata all'ufficio del Romano Pontefice per indicarne la suprema potestà su tutta la Chiesa, ha sempre destato vivo interesse nella storiografia giuridica. Coniata da Leone Magno, nel corso dei secoli ricompare in altre due decretali papali fino a conoscere un vero e proprio boom con l'opera di Uguccione da Pisa e con le decretali di Innocenzo III, dove diventa uno dei punti di forza della dottrina del primato papale. Quest'opera si propone di analizzare il periodo di gestazione della formula, ricostruendone l'iter storico nella letteratura canonistica e analizzandone l'uso nella Summa Decretorum di Uguccione da Pisa, che rappresenta il punto di cristallizzazione di tutta la dottrina precedente.