I due precedenti volumi "Sociologia del mercato del lavoro" (Il Mulino, 2011) sono stati rielaborati per dar vita ad un unico volume che raccoglie gli aspetti fondamentali della materia.
Nell'attuale crisi economica, i comunicati con cui l'Istat presenta i risultati delle indagini sull'occupazione sembrano bollettini di guerra. Bordate di notizie allarmanti si susseguono ininterrottamente. Distorte, tuttavia, da luoghi comuni e false percezioni, a causa di una lettura dei dati poco attenta o scarsamente informata. Alcuni di questi luoghi comuni sono consolatori (in Italia la disoccupazione è inferiore alla media europea), altri sono fonte di drammatica preoccupazione (oltre un terzo dei giovani è disoccupato), altri ancora suscitano crescenti ansie (la precarietà è dilagante, i giovani istruiti faticano di più a trovare lavoro). Due autorevoli conoscitori del problema spiegano con chiarezza in dieci punti come stanno veramente le cose.
Quest'opera analizza il mercato del lavoro italiano in una prospettiva comparata, che tiene conto delle esperienze dei diversi paesi europei. È costante l'attenzione per le trasformazioni avvenute nel corso del tempo, nell'intento di delineare tendenze di lungo periodo. Al centro del secondo volume stanno le forme dell'occupazione. Fra i temi più rilevanti, l'inserimento degli immigrati e la diffusione delle occupazioni instabili.
Le questioni dell'occupazione sono da sempre al centro dell'attenzione della società italiana e dell'analisi socioeconomica. Mutamenti tecnologici, organizzativi e culturali senza precedenti stanno investendo profondamente i modi in cui viene scambiata o lasciata inutilizzata quella "merce molto particolare" che è il lavoro umano. L'opera analizza il mercato del lavoro italiano in una prospettiva comparata, che tiene conto delle esperienze dei diversi paesi europei. Questo primo volume si articola intorno al funzionamento del mercato del lavoro tra famiglia e welfare, affrontando tra gli altri temi la presunta rigidità del mercato del lavoro italiano, il ruolo dell'istruzione e la "doppia presenza" delle donne a casa e sul lavoro.