In questo libro si parla di un tipo particolare di movimento, il movimento del pendolo, che accompagna un tipo particolare di pensiero, il pensiero pendolare. Il pendolo è qui simbolo di esperienza e modello di conoscenza: oscilla fra un estremo e l'altro, avanza e poi ritorna arricchendosi ad ogni passaggio, sta nella propria tradizione ed esperienza, e poi ne esce, entra nel nuovo e nell'ignoto, per ritornare ancora nel consueto. Del pendolo e del movimento pendolare l'autrice traccia una mappa culturale in cui, accanto ai riferimenti mitologici, letterari e filosofici, trova spazio anche la sua esperienza autobiografica.
Questo non è l'ennesimo libro di ricette, bensì un testo di filosofia, ma di una filosofia particolare. Quella che elabora il pensiero come se fosse cibo, lo prepara, lo cucina, lo serve da mangiare. E' un libro sull'analogia tra il nutrimento della mente e il nutrimento del corpo. Filosofare e cucinare, attività antichissime entrambe, sono rimaste sovente estranee l'una all'altra anche per la differenza di genere tra coloro che le svolgono: ambito per eccellenza femminile la cucina, territorio squisitamente maschile la filosofia.