"Memoria", "unicità", "mai più": moniti che dopo la Shoah vengono messi in discussione dal Ruanda del 1994, un genocidio dei nostri tempi, il primo della società globale. Il massacro di oltre 800.000 tutsi e hutu moderati non è mai stato un "conflitto tribale", come all'epoca qualcuno provò a definirlo, ma un genocidio che ripercorre molte delle modalità dello sterminio nazista degli ebrei, di cui è un "figlio maggiore". Dal cuore dell'Europa al cuore dell'Africa, la meccanica dei due genocidi si può confrontare in un percorso in venti "stazioni", con somiglianze stridenti e alcune differenze, comprese le responsabilità di una parte dell'Occidente che in Ruanda, cinquant'anni dopo la Shoah, si ritrova meno sicuro dei suoi antidoti politici e culturali che considerava acquisiti. Le due lezioni parallele sono un percorso a specchio ricco di riscontri inaspettati e inquietanti, che rende ancora più attuale la terribile lezione della Shoah e svela menzognee ipocrisie del nostro tempo.
"Questo libro racconta l'Africa. Mostra i tanti aspetti del suo volto, mette in luce una parte della sua anima. Non seguendo un percorso geografico, non ripercorrendo le date o i fatti uno dietro l'altro, così come si sono succeduti, ma disegnando un alfabeto di storie e di persone, di dolore ma anche di speranza. Perché l'Africa è povertà, è fame, malattie, guerre, regimi corrotti; ma è anche un continente straordinario, ricco di cultura e di un'umanità per molti versi unica, di potenzialità e di energie, con processi democratici che sono avviati e che chiedono di essere sostenuti. Il mondo è uno e uno solo. Ed è solo insieme, con l'integrazione e la cooperazione, che troveremo le risposte. (dalla Prefazione di Walter Veltroni)"