Ogni lettore, aprendo il suo libro, cerca fra le pagine un suggerimento di verità, un’immagine del proprio passato e più spesso del proprio futuro: Bibbia, Corano, I Ching e molte altre opere sacre e profane hanno funzionato nei secoli come strumenti profetici. All’antica pratica divinatoria dell’apertio libri e alla sua sopravvivenza nella letteratura moderna è dedicato il saggio che dà titolo a questo volume. Leggere è sempre la replica di un simile gesto divinatorio: soluzione di indovinelli, scioglimento di implicazioni che nascondono in una cosa un’altra cosa, in una parola un’altra parola. Ogni libro, allora, contiene idealmente tutti i libri, ogni letteratura le altre letterature. Incroci, contaminazioni, interferenze e mescolanze fanno parte di qualsiasi esperienza di lettura e giustificano la liquidazione degli specialismi, delle barriere linguistiche o nazionali: aprire un libro è sempre un esercizio di lettura comparata.
GLI AUTORI
Rinaldo Rinaldi, nato a Torino nel 1951, ha insegnato dal 1978 al 1994 presso l'Università di Groningen (Olanda). Dal 1995 è ordinario di Letteratura Italiana presso l'Università di Parma. Ha pubblicato: per Bastogi La paralisi e lo spostamento (1977); per Mursia Pier Paolo Pasolini (1982) e Il romanzo deformato (1985);per Tirrenia Stampatori Miracoli della stupidità (1986) e Le imperfette imprese (1997); per Marra L'irriconoscibile Pasolini (1990); per UTET Umanesimo e Rinascimento (1990 e 1993) e l'edizione delle Opere politiche di Machiavelli (1999); per Rubbettino Dall'esempio al fantasma (1999); per Unicopli La montagna scritta. Piccole storie del paesaggio alpino (2000), L’indescrivibile arsenale. Ricerche sopra le fonti della "Cognizione del dolore" (2001) e Specchio di Calliope. Breve repertorio del poema (2003); per Olschki "Melancholia Christiana". Studi sulle fonti di Leon Battista Alberti (2002).
«Ultimo vero avvenimento nella storia del romanzo», come diceva Italo Calvino, La vita: istruzioni per l'uso del francese Georges Perec parla della vita e della letteratura: un gioco d'incastro enigmatico e perfetto, compiuto ma anche indeterminato, dove ogni tessera rinvia a tutte le altre formando una serie di serie, una grande catena di associazioni e allusioni, dettagli e ricordi. Proprio questa rete immensa di citazioni e memorie erudite permette allo scrittore di lanciare la sua sfida, sotto il segno di una struggente, straniata e straordinaria vocazione autobiografica. I rapporti nascosti ma essenziali con la narrativa di Edgar Allan Poe, vera e propria casella centrale e mancante del "puzzle"; il tema faustiano dell'artista, diviso fra un progetto di controllo assoluto e un sogno d'infinita incontrollabile vitalità; il paradosso della scrittura che allinea bianco e nero sulle due facce del foglio, innescando un vertiginoso gioco di specchi fra immaginario e reale: sono altrettante linee d'indagine di questo saggio, primo libro italiano dedicato a Georges Perec.
GLI AUTORI
Rinaldo Rinaldi, nato a Torino nel 1951, ha insegnato dal 1978 al 1994 presso l'Università di Groningen (Olanda). Dal 1995 è ordinario di Letteratura Italiana presso l'Università di Parma. Ha pubblicato: per Bastogi La paralisi e lo spostamento (1977); per Mursia Pier Paolo Pasolini (1982) e Il romanzo deformato (1985);per Tirrenia Stampatori Miracoli della stupidità (1986) e Le imperfette imprese (1997); per Marra L'irriconoscibile Pasolini (1990); per UTET Umanesimo e Rinascimento (1990 e 1993) e l'edizione delle Opere politiche di Machiavelli (1999); per Rubbettino Dall'esempio al fantasma (1999); per Unicopli La montagna scritta. Piccole storie del paesaggio alpino (2000), L’indescrivibile arsenale. Ricerche sopra le fonti della "Cognizione del dolore" (2001) e Specchio di Calliope. Breve repertorio del poema (2003); per Olschki "Melancholia Christiana". Studi sulle fonti di Leon Battista Alberti (2002).