Nella sua opera, Ottato di Milevi, vescovo africano del sec. IV d.C. opponendosi ai donatisti scismatici, che escludono in modo categorico qualsiasi possibilità di salvezza per chi si trovi fuori della chiesa delinea una sorta di "periferia ecclesiale", in cui il sacramento del battesimo può essere amministrato in modo valido, come nella vera chiesa: la sua validità, infatti, non dipende dal ministro, ma dalla fede del catecumeno. Partendo da un'azione pastorale attenta e desiderosa dell'unità, al di là di ogni motivo di divisione, il vescovo di Milevi lascia in eredità spunti dottrinali preziosi, che - alcuni decenni più tardi - Agostino di Ippona riprende per l'elaborazione della propria teologia battesimale.