In una cupa notte, dentro e fuori da un sonno a fior di pelle, un'angoscia senza nome opprime il petto del santo padre. Tra le tende, si muove un'ombra... che sia il Padreterno in persona quello che si sta palesando al suo vicario, o il Maligno? Si tratta di un sogno oppure è arrivato il momento del temuto passaggio? Poi una voce tuona bassa e fonda a sciogliere il dubbio e l'ombra si accende di luce. È un dialogo serrato, fondamentale, antico, quello che scaturisce tra Dio e il papa, in cui si discutono cose di fede, si chiamano in causa deviazioni, perversioni e violenze, anche inconfessabili, della Chiesa, che sono poi le deviazioni, le perversioni e le violenze dell'umana natura cui corrisponde il tentativo erudito della loro giustificazione da parte dell'interlocutore terreno. Fra esplosioni di colore verbale e venature di ridente ironia, si assiste soprattutto a un duello di sapienze antagoniste, fitto di raffinatezze dialettiche e di affondi colti, mantenuti però sempre sul filo di un accorto equilibrio. È una lettura intrigante quella di questo libro, nella quale bisogna entrare in punta di piedi, fino a ritrovarsi nell'artificio della sua conclusione, che è anche un autentico colpo di scena.