« D'accordo, non è un trattato di alta gastronomia. Ma se volete mangiare la pasta alla Norma come la fa Ignazio La Russa, la pasta aglio, olio e peperoncino alla maniera di Renato Brunetta, o i tortelli di zucca secondo lo stile di Travaglio, non potete fare a meno di questo libretto.
Qualcuno potrebbe dire: «Che c’entra Marco Travaglio? Mica è un politico».
L’abbiamo invitato perché è l’uomo che sta cuocendo a fuoco lento la politica della seconda Repubblica.
Si potrebbe anche dire: «Braccia rubate alla gastronomia». Noi ci limitiamo a consegnare alla storia un documento inquietante ma di straordinaria rilevanza sociologica».
Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro
Durante l’estate del 2009, Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro – ribattezzati da Francesco Cossiga (alias DjK) Carciofo e Cipolla – vanno in onda su Radio2 con Un giorno da pecora, «un talk show senza livrea, non paludato, dal ritmo incessante, senza regole, senza riverenza, senza timore», che ospita uomini politici, capitani di industria, star televisive e insospettabili e stravaganti opinionisti. Per mettere fine alla “crisi di fame” del Paese pensano bene di utilizzare come sigla finale del programma una ricetta. Una ricetta vera, proposta da cinquanta politici italiani, che tutte le sere intorno alle 19.30 danno il loro consiglio culinario agli ascoltatori parlando dei loro piatti preferiti.
Claudio Sabelli Fioretti è stato direttore di «Abc», «PM», «Sette», «Cuore», «Gente viaggi», redattore capo di «Panorama», inviato dell’«Europeo» e del «Secolo XIX», caposervizio di «Repubblica» e di «Tempo illustrato». Dopo aver scritto centinaia di interviste per il Magazine del «Corriere della Sera», attualmente scrive per «La Stampa». Per Aliberti editore ha pubblicato “La mia vita è come un blog” (2007), “Dimmi Dammi Fammi” (2009) e i libri intervista Grillini (2007), Cossiga (2007), Bondi (2008), Travaglio (2008 e 2009), “Mogol” con Giorgio Lauro (2008), Mussolini (2009). Insieme a Giorgio Lauro ha firmato, per Chiarelettere, “A piedi”. Ha scritto anche “Spadolini, il potere della volontà” (Sperling&Kupfer), “C’era una volta la provincia” (Sperling&Kupfer), “Gigliola Guerinoni” (Mani), “Voltagabbana” (Marsilio).
Giorgio Lauro ha cominciato a Radio Popolare (Bar Sport) e poi si è affermato come conduttore radiofonico a Radio 2 (prima a Caterpillar e poi a Catersport). Per due stagioni ha condotto con Flavia Cercato “La tv che balla”. Ha scritto “I’m back”, biografia di Michael Jordan, “Pebbacco o devi morire”, insieme a Sergio Ferrentino e Marco Ardemagni (Comix), e “A piedi”, insieme a Claudio Sabelli Fioretti (Chiarelettere). Per Aliberti ha pubblicato “Mogol” con Claudio Sabelli Fioretti.
Alice Gioia ha diretto «Inchiostro», il giornale degli studenti dell’Università di Pavia. I suoi racconti sono stati premiati ai concorsi letterari, tra gli altri, “Subway Letteratura”, “Lingua Madre” (Fiera del libro di Torino) e “Giancarlo Siani: una storia ancora da raccontare” (Festival internazionale del giornalismo di Perugia). Attualmente lavora con Sabelli Fioretti e Lauro a Un giorno da pecora.
Diego Giuliani, giornalista, ha abbandonato Un giorno da pecora recentemente per trasferirsi a Lione dove lavora per Euronews. La sua passione è il cinema ed è coautore, insieme a Sabrina Ramacci, del volume “Hollywood criminale” (Newton & Compton).
"Novissime picconate" è, a suo modo, un instant book. Nel senso più nobile del ternane. L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga (secondo la sua stessa, paradossale definizione "il peggiore presidente della storia repubblicana") torna a "picconare", menando fendenti a destra e a sinistra. Lo fa nella forma compiuta e già rodata dell'intervista-dialogo con Claudio Sabelli Fioretti, ormai suo interlocutore di fiducia, l'unico che riesca a tenere testa alle sue "mattane" (altra autodefinizione) senza scomporsi, e anzi rilanciando ogni volta. L'uomo di Stato più eterodosso che la storia dell'Italia repubblicana possa annoverare entra "a gamba tesa" sul quadro politico degli ultimi mesi, delle ultime settimane. Alternando il piccone al fioretto, come suo solito, l'ironia amara e feroce di Cossiga non risparmia nessuno. Ce n'è per tutti, naturalmente: a partire da Obama, passando per Berlusconi (e per la figlia Barbara), per Veltroni e D'Alema (senza nascondere la sua notoria simpatia per quest'ultimo), per Di Pietro (senza fare mistero della sua risaputa antipatia per l'ex pm).
O lo ami, o lo vorresti al muro. Questo è Marco Travaglio. Il giornalista più puntuto e più querelato d'Italia. Si dice che con i suoi libri abbia venduto più di un milione e mezzo di copie senza avere praticamente avuto una sola recensione su un qualsiasi giornale nazionale. Si dice che, sommando tutte le cause che gli hanno intentato in questi anni, le richieste di risarcimento si contino in milioni e milioni di euro. Ma i querelanti, finora, hanno quasi sempre perso. In questo libro - libero dal vincolo di una "scaletta" prefissata, incalzato da un giornalista non meno scomodo di lui come Claudio Sabelli Fioretti - Marco Travaglio va finalmente a ruota libera. Più libera che mai. È come se tu lo incontrassi al tavolino di un bar. E gli offrissi un caffè. E gli dicessi: "Marco, scusa: raccontami un po' come vedi l'Italia del dopo-elezioni. Come sono, veramente, i politici che hanno vinto e quelli che hanno perso. Che cosa, davvero, dobbiamo aspettarci da loro". Credete che si auto-censurerebbe, nel rispondervi, uno come Marco Travaglio? Non lo ha mai fatto, nemmeno ad Annozero, nemmeno da Luttazzi. Nemmeno di fronte alle minacce di risarcimenti milionari: e forse ad altre minacce, che non sappiamo. Credete che lo farebbe parlandovi a quattrocchi? Questo libro è, appunto, una conversazione a quattrocchi.
In questo libro l'autore intervista Francesco Cossiga sulla sua vita personale e politica.