«L’epistola del cardinale Jacopo Sadoleto alla città di Ginevra, che aveva da poco aderito alla Riforma, e la risposta di Giovanni Calvino sono testi di spiritualità cristiana e di matura riflessione teologica nonché documenti della battaglia in atto nella cristianità occidentale fra le forze conservatrici, espresse in ambienti cattolici e imperiali, e quelle progressiste, realizzate dal partito protestante e dalle nuove forze della borghesia europea».
Giorgio Tourn
Nel marzo 1539, tre anni dopo la costituzione della Chiesa ginevrina riformata, il cardinale umanista italiano Jacopo Sadoleto scrisse una lettera aperta ai magistrati e al popolo della repubblica di Ginevra esortandoli a tornare alla tradizione e all’unità della Chiesa di Roma. Sollecitato da Guillaume Farel e Martin Bucer, nel settembre dello stesso anno Giovanni Calvino si fece carico della risposta, precisando il punto di vista riformato sui grandi temi teologici al centro della polemica con la Chiesa romana e difendendo, in quel modo, l’indipendenza politica della città.
«Sadoleto e Calvino non rappresentano solo due teologie, due spiritualità, due fronti contrapposti in equilibrio, ma due ipotesi diverse ed opposte di comunità cristiane e, di conseguenza, due ipotesi di riforma della Chiesa».
Giorgio Tourn