L'interesse degli scrittori spirituali per il Cantico dei Cantici - al quale si assiste nel XII secolo - non è certamente nuovo, ma si innesta in una tradizione interpretativa che vanta una lunga esperienza, a partire da Origene, fino a Beda. Nell'ambito cistercense tali commenti ebbero un vero sviluppo tanto che questo poema biblico è stato definito "il manuale del monaco-filosofo".Guglielmo sceglie una expositio tradizionale, svolgendo la sua interpretazione nelle linee di un "dramma spirituale". L'amore si esprime per immagini, attraverso le quali si deve necessariamente passare - pur con l'intento di andare oltre - per poter accedere al "mistero" in esse racchiuso. È l'opera della maturità, quando l'esperienza maturata nel corso degli anni, anche come formatore d'anime, gli aveva permesso di scoprire ciò che ancora gli mancava per una piena comprensione del sacro colloquio dello Sposo con la sposa. E vuole guidare il lettore sui sentieri di questa stessa esperienza, perché anch'egli possa giungere a gustare la dolcezza dell'unione con lo Sposo. Non è composta da una serie di sermoni, come il Commento di Bernardo. È strutturato in due parti, precedute da una ampia introduzione, ed è incompleto (si ferma al commento di Ct 3,2-4). Il suo messaggio più originale è la mistica trinitaria, di cui ha arricchito per sempre la teologia e insieme la tradizione spirituale.