"Noi cristiani abbiamo una vocazione: la pace, l'apertura, l'amore, il perdono, il dialogo, il lavoro insieme per una vita migliore". Sebbene sia alla guida di una delle comunità cristiane più perseguitate al mondo, quella irachena, Louis Raphaël Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei (Baghdad), tiene alta la fiaccola della speranza. Oggi la violenza disumana dell'Isis, ieri le autobombe di al-Qaeda, prima la guerra d'invasione anglo-americana e il regime di Saddam Hussein: la storia recente dell'Iraq è un rosario di assassini, attacchi e uccisioni. Ma in queste tenebre brilla una storia di provata fedeltà: "I nostri cristiani sono pronti a sacrificarsi per la loro fede - racconta Sako -. Ho molte testimonianze di giovani pronti a morire piuttosto che rinunciare alla loro fede". Piagati dalla furia omicida di terroristi che abusano dell'islam, i cristiani d'Iraq diventano per l'Occidente il richiamo alla pacifica radicalità che il Vangelo domanda a ciascun discepolo di Cristo. Sako testimonia la tenace ricerca della convivenza tra le diverse religioni, il rifiuto di odiare gli altri, anche i propri carnefici, e l'attualità bruciante della profezia di Gesù: "Perseguiteranno anche voi. Ma neppure un capello del vostro capo perirà". Un libro per vivere in solidarietà con un popolo schiacciato dalla barbarie, ma ancora vivo nella sua forza interiore. "La croce della nostra Chiesa caldea è una croce gloriosa..."