Il presente "Quaderno di lavoro" è lo strumento fondamentale per rendere operativa la proposta pastorale per l'Italia salesiana per l'anno 2024-25, che ha come tema: "Attesi dal suo amore". Il testo offre un'ispirazione ecclesiale e carismatica: la prima viene dall'imminente Giubileo che sta per incominciare, e che ci rende tutti Pellegrini di speranza, la seconda fa riferimento all'inizio dell'avventura missionaria salesiana, di cui nel 2025 ricorre il 150° anniversario. Vengono poi consegnati al lettore quattro orientamenti: il primo ci invita a ripartire dal primo annuncio ai giovani, offrendo loro il Vangelo come buona notizia, incoraggiante e gioiosa; il secondo spinge a condividere questa buona notizia a partire dagli ultimi, in particolare dai giovani poveri, abbandonati e pericolanti; il terzo offre elementi di riflessione sul grande tema dell'accompagnamento di ambiente, di gruppo e personale; il quarto invece vuole aiutare ogni realtà educativa a vivere nella comunione e nella corresponsabilità apostolica la propria azione concreta. Il tutto viene rilanciato attraverso un appello all'unificazione della propria esistenza a partire da un progetto di santità educativa.
Il Movimento Giovanile Salesiano, attraverso un lavoro di coinvolgimento a vari livelli e disteso nel tempo, ha individuato un cammino triennale, che si pone come obiettivo la preparazione al bicentenario del famoso e ispirato sogno dei nove anni di san Giovanni Bosco. Al cuore del cammino dell'anno pastorale 2021-22 ci stanno alcune parole di Maria che invitano il piccolo Giovannino a lavorare sul proprio carattere, ad assumere una personalità tanto tenera quanto solida: "Renditi umile, forte e robusto". Il presente Quaderno di lavoro offre un itinerario che accompagna i vari soggetti della pastorale giovanile a formarsi per la missione. Il percorso proposto è distinto in quattro momenti: si chiede di stare nel mondo con speranza (terreno), di lasciarsi ispirare dalla Parola di Dio e dal sogno dei nove anni (semina), di corrispondere all'amore e alla chiamata del Signore (crescita), e infine a divenire generativi nel nostro modo di vivere personale e comunitario (frutti). Il tutto è pensato per concretizzare nel nostro tempo l'ispirazione del sogno dei nove anni: #MakeTheDream l'hashtag di riferimento, che ci invita ad essere dei creatori di sogni nel nostro tempo. Il Quaderno è pensato per essere un quaderno vivo e interattivo. La scelta, in piena continuità con quelli degli scorsi due anni (Puoi essere santo #lìdovesei e Nel cuore del mondo #LiveTheDream), è quella di offrire dei contenuti solidi capaci di interagire con il singolo e con il gruppo attraverso la richiesta di partecipazione personale al cammino di volta in volta indicato.
Educare ancora alla vita buona del Vangelo
Un importante testo che idealmente ci colloca intorno al fuoco generato dal processo sinodale della Chiesa universale, che si è svolto dal 2016 al 2019 , dal tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. 32 contributi distinti in 5 significative “costellazioni”. Il testo ha come scopo di tenere sveglio l’impegno educativo e pastorale della Chiesa a favore di tutti i giovani. Contiene un importante “Invito alla lettura” di Papa Francesco e il “Rilancio del cammino” di Giacomo Costa, sj. Uno strumento indispensabile per tutti gli educatori e gli operatori di pastorale giovanile che desiderano essere all’altezza del Vangelo e dei segni dei tempi.
I testi di questo volume sono tratti dalla predicazione della settimana di esercizi spirituali dati al Rettor Maggiore e al Consiglio generale dei Salesiani (luglio 2017). Argomento degli esercizi è il cammino sinodale sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». Lo stile è quello colloquiale e amichevole della predicazione quotidiana. Le riflessioni saranno utili a tutti i membri della famiglia salesiana (e non solo) che desiderino intraprendere un cammino di rinnovamento carismatico a partire dall'occasione ecclesiale del sinodo sui giovani del 2018. Prefazione di Ángel Fernandez Artime.
Occorre riconoscere che la fede cristiana e la sua educazione hanno una forma propria dove l’espressione non identifica l’aspetto esterno, ma l’intima configurazione, ciò che rende riconoscibile l’originalità rispetto a cui, quindi, l’espressione pubblica deve essere coerente e conseguente. Qual è questa matrice? È il Cristo, dall’incontro con il quale prende forma la sequela che diventa ragione di vita, come ricorda Papa Francesco nella Evangelii gaudium al n. 7, citando un passo della Deus Caritas Est di Papa Benedetto al n. 1: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva”».
(dalla prefazione di Giuseppe Mari)
«Il libro, di cui ho l’onore di scrivere la postfazione, ha il merito di riproporre la questione dei fondamenti o, come Sala dice, del nucleo generativo della pastorale giovanile. La sua proposta costituisce un contributo prezioso all’interno del percorso di pastorale giovanile che la Facoltà di Teologia dell’Università va elaborando; tale contributo vuole raccogliere, rilanciare e integrare la riflessione sulla pastorale giovanile che ha segnato il cammino dell’Università, che ha avuto come protagonisti diversi docenti e che ha potuto beneficiare, in particolare, dell’apporto, di ispirazione, di interpretazione, di coordinamento, del compianto prof. Riccardo Tonelli».
(dalla postfazione di Salvatore Currò)
Rossano Sala, salesiano dal 1992 e sacerdote dal 2000, ha ottenuto la Licenza e il Dottorato in Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano sotto la guida del prof. Pierangelo Sequeri. Ha pubblicato Dialettica dell’antropocentrismo. La filosofia dell’epoca e l’antropologia cristiana nella ricerca di H.U. von Balthasar: premesse e compimenti (Glossa, Milano 2002) e L’umano possibile. Esplorazioni in uscita dalla modernità (LAS, Roma 2012).
Attualmente è Docente Straordinario di Pastorale Giovanile presso la Facoltà di Teologia della Università Pontificia Salesiana di Roma. È anche Direttore della Rivista «Note di Pastorale Giovanile», che da oltre cinquant’anni accompagna in Italia la riflessione intorno ai temi dell’educazione e dell’evangelizzazione dei giovani.
«Il vantaggio che risulta dall’accurata ricognizione di Sala, in vista di un’elaborazione teologico-fondamentale all’altezza della nuova costellazione storico-culturale, è cercato nell’impegno di rinvenire all’interno di queste elaborazioni critiche – a-sistematiche ma non disorganiche – le costanti di un pensiero antropologico dell’eccedenza, nella costituzione e nella destinazione dei legami che sono decisivi per “ciò che sta a cuore” all’umano. L’interesse teorico dell’inventario predisposto da Rossano Sala è già nella messa in opera della sua mirata ricognizione. Il suo obiettivo, infatti, non è la semplice esplorazione di “ciò che interessa” all’uomo contemporaneo (per “adattarvi” eventualmente, l’orizzonte e la scelta della fede). Si tratta piuttosto di riconoscere, e formalizzare adeguatamente, i termini della corrispondenza fra la genesi fiduciale del singolo-persona (che non si estingue, anzi si alimenta, nell’esperienza sociale dell’individuo) e l’offrirsi effettivo, dal grembo della comunità testimoniale, di una fede generativa e rigenerativa per il riscatto dell’eccedenza (che in quella genesi è virtualmente prefigurato e promesso). Questa promessa non può essere umanamente mantenuta: può essere umanamente onorata, però, resistendo alla sua pura e semplice decostruzione, come anche alla sua costrizione nell’orizzonte di una banale immanenza autoreferenziale, che non le rende giustizia» (dalla prefazione di mons. Pierangelo Sequeri).
«Come Rossano Sala ha scritto, commentando i miei pensieri, solo l’irruzione amorevole dell’impensato può riattivare la ricerca e la riflessione sulla nostra caducità e sulla speranza messianica di un trascendimento degli orizzonti puramente umani. Una sorta di teologia capovolta, che passa dalla esperienza dolorosa della caducità delle cose mondane, può spingere ad un incontro oltre gli argomenti razionali e storici con la persona di Gesù Messia. Una teologia cioè che faccia perno sull’incontro con Gesù Messia come Evento che scardina ogni pregiudizio e ogni disperazione esistenziale. Certo, si può ben capire come questo approccio possa apparire eterodosso rispetto ad una linea della teologia che ha fondato la propria autorità sull’esegesi della Sacre Scritture e sulla ricostruzione storico-critica della vicenda terrena di Gesù Cristo. Tutti gli studi che si sono sviluppati attorno a queste coordinate hanno certo dato un contributo di elaborazione concettuale al tema del rapporto tra fede e storia, ma non ho dubbi che oggi nella temperie culturale in cui lo stesso soggetto umano sembra travolto nella oggettivazione assoluta dei saperi scientifici e delle “scoperte” delle neuroscienze, la via della salvezza dello stesso statuto antropologico dell’essere umano come mortale e finito passi attraverso l’evento straordinario dell’incontro con la parola e la vita di Gesù Messia» (dalla postfazione del prof. Pietro Barcellona).