Riallacciarsi alla Bildung ebraico-chassidica per costruire una società nella quale verità, giustizia e pace saranno i principi fondamentali.
La pedagogia di Aldo Capitini, per ascoltare la nonviolenza e incontrare la pace.
A settanta anni dalla morte di Gramsci, nonostante Ì silenzi e i processi di rimozione diffusi, si è ritenuta opportuna una riflessione su un pensatore ancora oggi attuale. La sua speculazione e il suo messaggio, sicuramente militanti e non asettici, non sono confinabili superficialmente entro i ristretti limiti di una appartenenza ideologica. Gramsci ci ha consegnato sotto il profilo teoretico indicazioni ricche di stimoli e profonde, che si possono tradurre in pratica e prassi interpretativa rispetto al pensiero filosofico e alla decifrazione storica, ma anche ai modelli pedagogici. La sua concezione della pedagogia offre ai contemporanei una visione ed una concezione vive, per il rispetto dei più deboli e per il coraggio dinanzi all'arroganza dei vincitori, ma soprattutto per la funzione attribuita alla cultura, vero catalizzatore e strumento per l'emancipazione sociale e per il riscatto di tutti.
In questo volume, muovendo dall'assunto che l'attività formativa implica sempre una relazione tra teoria e prassi e che qualunque intervento educativo inevitabilmente comporta immersione e contaminazione, l'autore ritiene che il confronto e il dialogo con la differenza rappresentino la chiave di volta per promuovere la conoscenza, per favorire l'accesso ai saperi e per dotare di senso la interazione docente/discente e lo scambio tra i singoli allievi. Il libro vuole ribadire il significato e il valore del confronto e dell'integrazione in una società sempre più complessa e perciò con problemi nuovi, dinanzi ai quali una pedagogia autenticamente democratica non può rimanere in silenzio o indifferente.