A oltre quindici anni dalla scomparsa, la figura di Fabrizio De André continua a essere al centro di un'amplissima fioritura di iniziative, tanto da far pensare che il cantautore genovese sia riuscito a intercettare, soprattutto post-mortem, un grande bisogno di poesia e di legami sociali. Brunetto Salvarani ripercorre le domande sulla religione e le tracce della Bibbia affioranti a più riprese nella produzione del Bob Dylan italiano, l'agnostico Faber, di cui racconta la vita corsara e i temi chiave, intrecciando strettamente biografia e scelte artistiche.
Obiettivo del libro è di ripercorrere per grandi scenari e in senso storico il tema ecumenico. Il testo si sofferma su alcuni riquadri fondamentali: - La frattura più grave e tragica, quella fra la nascente comunità cristiana e Israele. - Il secolo dell'ecumenismo, il Novecento, con il concilio Vaticano II. - I tanti problemi tuttora irrisolti, forse più etici che teologici. Infine, in un ampio capitolo, uno sguardo sull'oggi e le speranze. - In ordine sparso sono presentate alcune figure che hanno rappresentato delle svolte decisive, o dei momenti chiave: fra gli altri, Matteo Ricci, Jules Isaac, Luigi Sartori, e -naturalmente - lo stesso papa Francesco.
Solo il premiato duo pop-teologico Salvarani-Semellini poteva avventurarsi nell'impresa titanica di catalogare il tema religioso nelle canzoni italiane della seconda metà del Novecento e del primo decennio del Duemila. Ed ecco, suddivisi in capitoli decennali e poi catalogati in un prezioso dizionario finale, i protagonisti della musica popolare italiana riletti con la lente delle loro parole "religiose": tracce di ricerca, di domande, di dubbi, più che di certezze. Com'è giusto che l'arte sia ... Celentano, Guccini, De André, De Gregori, Rocchi, Battiato, dal "Compagno Dio" di Freak Antoni (Skiantos) fino alla ricerca di Vinicio Capossela e dei Baustelle. Un percorso pieno di sorprese, di "conversioni", di spiazzamenti. Dalla "teologia" di Celentano al "Dio è morto" di Guccini, alla Buona Novella di De André, dal mistico orientaleggiante Claudio Rocchi ai Baustelle.
Perché le religioni a scuola? La religioni a scuola ci sono già, perché un numero crescente di studenti fa riferimento a mondi religiosi diversi; ci sono perché periodicamente si torna a discutere - strumentalmente - del crocifisso in classe o del presepio. In realtà le religioni a scuola non ci sono, o solo marginalmente, come materia di studio e connotato essenziale della cultura. Esiste, è vero, una disciplina chiamata "insegnamento della religione cattolica", però facoltativa e di marca confessionale. Come uscire da questa situazione, ingessata e apparentemente senza sbocco? Un gruppo di studiosi lancia con questo libro la sua proposta, condensata nella "Carta di Brescia" per un "insegnamento curricolare e aconfessionale su religioni e credenza"
Il fattore R è il primo libro della collana "Fattore R - Religioni tra tradizione e globalità", Il primo volume della collana introduce il tema ispiratore: uno sguardo attento sul nuovo scenario delle religioni nel mondo d'oggi. La dimensione religiosa, che era data per agonizzante, si mostra ben viva. Ma è davvero il "ritorno di Dio"?
«Mai come negli ultimi anni il dialogo, nelle sue diverse declinazioni (interculturale, ecumenico, interreligioso) è stato messo in discussione su più versanti. [...] Scambiato di volta in volta per puro buonismo o per banale sincretismo, schernito come imbelle irenismo o semplicemente scambiato erroneamente per relativismo assoluto, il dialogo viene oggi visto sovente tutt'al più come un argomento comodo per fasciarsi il cuore a uso di anime belle e scarsamente combattive di fronte a quell'irruzione dell'altro, di cui ci ha parlato per primo E. Lévinas e che appare senza dubbio la cifra dominante di questi tempi affaticati non meno che complicati» (dall'Introduzione).
Obiettivo del volume è rendere ragione della crisi del dialogo, interrogandosi su quanto accaduto, ma anche spingersi oltre, per rintracciare piste che aiutino a uscire dallo stallo.
È questo infatti un momento ricco di anniversari: i venticinque anni dallo storico incontro interreligioso di Assisi (27.10.1986), di cui Benedetto XVI farà memoria recandosi nella città francescana il prossimo ottobre, e i dieci anni dalla proclamazione della Charta Oecumenica, stilata a Strasburgo da tutte le Chiese europee (22.4.2001).
Un tempo in cui, più che da festeggiare, c'è molto da riflettere.
Sommario
Introduzione. 1. Ammettiamolo: il dialogo è in crisi… I. VEDERE. DIO STA CAMBIANDO INDIRIZZO. 2. Il Novecento: secolo breve, secolo del dialogo. 3. L'uomo planetario, fra incertezza e rischio… 4. Un Dio declinato al plurale. II. GIUDICARE. I CRISTIANI STANNO CAMBIANDO INDIRIZZO. 5. Le religioni, problema o promessa? Sguardi mondialisti. 6. Guardare con occhi diversi il campo di gioco. Nel tempo del cristianesimo globale e nel nuovo scenario della missione. 7. Dialogo sì… Ma quale dialogo? III. AGIRE. IL DIALOGO STA CAMBIANDO INDIRIZZO. 8. I nuovi luoghi del dialogare. 9. Contro i laici furiosi, una laicità di addizione. 10. Per una comprensione cristiana del dialogo. 11. Senza concludere… Mettere in salvo nella mutazione. Appendici. Indice dei nomi.
Note sull'autore
BRUNETTO SALVARANI da tempo si occupa di dialogo ecumenico e interreligioso, avendo fondato nel 1985 la rivista di studi ebraico-cristiani Qol, che tuttora dirige. Docente presso la Facoltà Teologica dell'Emilia-Romagna, è presidente dell'Associazione italiana amici di Nevè Shalom Wahaat as Salam (NS-WaS) dal 2009 ed è direttore delle riviste CEM Mondialità e Tempi di fraternità. Presso le EDB ha pubblicato: Vocabolario minimo del dialogo interreligioso. Per un'educazione all'incontro tra le fedi. Seconda edizione aggiornata e aumentata (2008).
Descrizione dell'opera
Il pluralismo religioso e l’interdipendenza delle opzioni religiose sono ormai destinati a caratterizzare in maniera durevole le società occidentali. L’intento del volume è quello di contribuire a tracciare le basi e i presupposti di un incontro fra donne e uomini di fede cristiana con donne e uomini di fede “altra”, sulla linea di filoni ben presenti nella rivelazione biblica, nella storia delle Chiese cristiane e nei documenti del magistero.
A cinque anni dalla prima fortunata edizione, l’autore rimette mano alla materia al fine di documentarne l’evoluzione dopo la ‘stagione’ di Giovanni Paolo II.
Alla luce del pontificato di Benedetto XVI e di un’epoca in cui gli identitarismi tendono a esplicitarsi ulteriormente, qual è la nuova fase del dialogo interreligioso? Dopo gli echi suscitati dalla lezione del papa all’Università di Ratisbona, ma anche dal viaggio in Turchia dove il pontefice ha pregato nella Moschea Blu, dopo la lettera aperta ai responsabili delle confessioni e Chiese cristiane sottoscritta da 138 guide religiose musulmane, cui ha fatto seguito una risposta del papa, come interpretare il momento presente?
A un’analisi dell’attuale scenario sul fronte ecumenico e interreligioso, il testo fa seguire un agile “alfabeto del dialogo” per l’oggi. Il percorso si chiude con un capitolo sul nostro Paese che si va scoprendo multireligioso. Il tutto in funzione di un’auspicabile “pedagogia del dialogo”.
Sommario
Premessa. L’eredità del concilio: una medicina di misericordia. 1. Perché dialogare nella stagione del ritorno di Dio? 2. Le sette parole del dialogo. Identità/Differenza. Empatia/Passione. Ascolto. Conoscenza. Decentramento. Accoglienza/Mitezza. Racconto. 3. Incontrare l’altro nel tempo della sapienza.
Note sull'autore
Brunetto Salvarani da tempo si occupa di dialogo ecumenico e interreligioso, avendo fondato nel 1985 la rivista di studi ebraico-cristiani Qol. È vicepresidente dell’Associazione italiana degli «Amici di Nevè Shalom-Waahat as-Salaam», direttore della rivista Cem Mondialità e docente presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna.
Un cartoon che affronta le questioni fondamentali dell'esistenza
Dal beffardo Bart Simpson al teologo calvinista Karl Barth
L'umorismo come antidoto al fanatismo
In una società molto spesso imbarazzata dalle dimostrazioni pubbliche della spiritualità e della fede, i Simpson – litigarella, rumorosa e normalissima famiglia della classe lavoratrice di una città della provincia americana – aiutano a riflettere sui nostri timori e le nostre speranze, sull'oggi e su Dio.
Dalla quarta di copertina
... ma cos'ha a che fare Bart, il ragazzino scavezzacollo con una vocazione particolare a condurre alla collera suo padre, Homer, con Karl Barth, il grande teologo calvinista che ha segnato con la sua opera sterminata l'intero Novecento?
Da Bart a Barth: soltanto un - facile - gioco di parole? A tale angosciosa domanda – leggera di quella leggerezza che Italo Calvino suggeriva di portare con sé all'incrocio del nuovo millennio quale antidoto al senso diffuso di precarietà cosmica – è dedicato questo libretto.
Che (con la bassa scusa di parlare una volta di più della famiglia più famosa della TV mondiale, la famiglia Simpson) discute di noi, della nostra fatica di capire gli altri ma anche di capirci, dei nostri timori e delle nostre speranze, religiose e non: insomma, del nostro oggi, e di cosa ci fa – ancora? – colui che ci ostiniamo a chiamare Dio nel nostro oggi.
"Un'opera che si legge tutta d'un fiato e che alla fine – esattamente come accade dopo la visione di un episodio dell'amata serie – ti costringe a desiderare una successiva puntata." (Dalla prefazione di Gioele Dix)