Fine del terzo secolo prima della nostra era. Superate le Alpi, sconfitti i Romani sul Ticino e sulla Trebbia, Annibale vuole portare la guerra a Roma. Per farlo, deve necessariamente passare in Etruria. Terra grandiosa ma di civiltà al tramonto, ancora libera ma sempre più romanizzata. Al fanum Voltumnae, il santuario per ora scampato alla devastazione dei legionari, i principes Rasna discutono in gran fretta le sorti di un intero popolo. Appoggiare Roma o Cartagine? Nell'intreccio di intrighi e interessi dei potenti, la giovanissima sacerdotessa di Uni Velia è la prescelta che leggerà nei fulmini la volontà degli dèi, e deciderà le sorti politiche delle città-Stato etrusche. Divisa tra la dedizione alla propria missione sacra e le passioni sentimentali e politiche, Velia andrà incontro al proprio destino. Dovrà seguire, inesorabile, quello della sua città e del suo popolo?
Le origini del popolo etrusco sono tutt'oggi misteriose nonostante l'enorme mole di studi. Quel che è certo è che la civiltà etrusca si viene formando nella penisola italiana a partire dal X secolo a.C. per fondersi poi nella cultura romana, con un centro storicamente consolidato in Toscana, Umbria, Alto Lazio. Gli Etruschi ebbero contatti con le principali culture del Mediterraneo, soprattutto con la Sardegna e la Grecia. Ma le manifestazioni artistiche, l'organizzazione sociale, la visione ultraterrena, le ritualità che accompagnavano la loro vita appaiono originali e ben leggibili nella gran quantità di testimonianze che ci sono giunte, dagli affreschi nelle monumentali sepolture di Tarquinia o Vulci alle suppellettili, alla scultura e all'oreficeria.