Il ritrovamento del Salvator mundi di Leonardo da Vinci ha causato negli ultimi anni un terremoto nel mondo dell'arte. Placate le dispute sull'autografia con il riconoscimento della qualità altissima del dipinto, resta ancora da sciogliere l'enigma del suo significato nell'opera del maestro. Questo volume tenta di colmare la lacuna, e con nuovi argomenti delinea un profilo di Leonardo pittore universale, conquistato dalla figura del Messia.
I teologi parlanjo del corpo di Cristo, ma pensano alla chiesa o all'eucarestia, e hanno dimenticato la carne di Cristo. I biblisti insistono sulla parola di Dio, ma limitano l'attualità di Gesù al piano del discorso. I cristiani, invece, confessano la Parola che si è incarnata in Gesù di Nazaret, e incarnata per sempre.
La carne di Cristo è una introduzione ai modi della presenza sensibile del Ristoro nell'immaginazione della chiesa. Attraverso testi poco noti e figure insolite, queste pagine intendono riaprire una via smarrita dai moderni.
Recuperare un tesoro nascosto fra i ruderi può contribuire a dare un senso rinnovato all'identità cristiana in un tempo di crisi.
L’immagine di Cristo ha rappresentato uno dei riferimenti essenziali per la costruzione della soggettività dell’uomo occidentale. A partire dal XV secolo i caratteri della sua influenza si modificano radicalmente. Il saggio intende esplorare questa trasformazione epocale a partire dalla figura del Salvatore che i pittori veneziani elaborano tra la fine del Quattrocento e gli inizi del XV secolo e prende in esame le rappresentazioni più importanti, e a volte sconosciute, che gli hanno dedicato artisti quali Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Tiziano e tanti altri. Questo studio cerca di applicare al suo oggetto i metodi della storia dell’arte e della cultura, parte da una prospettiva di carattere antropologico per aprirsi, infine, all’interpretazione teologica di un fenomeno non ancora compreso totalmente nella sua profondità.
GLI AUTORI
FRANCESCO SARACINO, biblista e teologo, si occupa dell'interpretazione della tradizione figurativa occidentale all'interno di un progetto ermeneutico inteso a rivendicare un accesso "figurativo" alla dimensione dello Spirito.
I saggi raccolti in questo volume esemplificano i risultati dell’esegesi figurativa che gli artisti hanno effettuato sui testi della Bibbia, e potrebbero aprire un nuovo capitolo nel settore dell’ermeneutica della Sacra Scrittura. A differenza di quella letteraria, l’esegesi figurativa si sviluppa attraverso una affascinante interazione di parole e di figure che permette di accostarsi per sentieri inconsueti alla Parola di Dio e di rinnovarne l’intelligenza. Sono soprattutto i testi in ebraico che fanno capolino nelle immagini dei secoli XVI e XVII a segnare un percorso che si snoda attraverso i protagonisti (Tiziano, Caravaggio, Rubens, Poussin) e i comprimari (Jacopo de’ Barbari, Alessandro Allori) della pittura europea, i quali rivelano un temperamento ermeneutico paragonabile a quello dei grandi nomi della tradizione occidentale. E, in contrasto con la pedanteria che affligge talvolta i teologi e gli esegeti di ieri e di oggi, per evocare la verità questi artisti hanno adoperato solo le armi della bellezza.
GLI AUTORI
FRANCESCO SARACINO, biblista e teologo, si occupa dell'interpretazione della tradizione figurativa occidentale all'interno di un progetto ermeneutico inteso a rivendicare un accesso "figurativo" alla dimensione dello Spirito.
La figura di Cristo attraversa l'immaginazione dei cristiani nella stessa misura in cui le sue parole danno fondamento alla loro etica e l'offerta della sua vita giustifica la liturgia della Chiesa. Gli effetti della presenza del Risorto non mancano di farsi avvertire in quella facoltà psichica così essenziale all'esperienza di ciascun uomo che è l'immaginazione, la quale in Occidente ha accolto i tratti del corpo del Figlio di Dio, la sua carne, per dare alimento ai sogni degli individui e delle comunità, piegandola a progetti regressivi oppure fecondando con essa la speranza di una pienezza escatologica. È un aspetto della vita dei cristiani che ancora non è stato tematizzato con la necessaria attenzione e che Pittori di Cristo intende mettere a fuoco a partire da alcuni dipinti, testimonianze importanti della pressione dell'archetipo cristologico nella coscienza di quelli che sono i punti di riferimento per l'"ortodossia" figurativa, i maestri dell'immagine occidentale. Ad alcuni tra i più rappresentativi fra essi (Masaccio, Rubens, Delacroix...) è stato affidato il compito di visualizzare per tutti noi il volto e la carne di Gesù, per ritrovare ancora in lui la bellezza che potrebbe riscattarci dall'ottundimento dei sensi e dell'anima.
GLI AUTORI
FRANCESCO SARACINO, biblista e teologo, si occupa dell'interpretazione della tradizione figurativa occidentale all'interno di un progetto ermeneutico inteso a rivendicare un accesso "figurativo" alla dimensione dello Spirito.