Un po’ Dante, un po’ Virgilio, l’autore ci conduce per palazzi, vicoli e chiese di Napoli e ci “inizia” al sapere, in un viaggio nei luoghi e nei tempi, nel labirinto, non solo della sua città, ma anche della sua e della nostra anima. E così scopriamo che la Vergine Maria ha dovuto scacciare Diana, non solo dai suoi luoghi, ma anche dalle coscienze dei Neapolitani... E poi, è su fficiente percorrere il decumano maggiore, di sera, quando le voci della città tacciono, per udire ogni singola pietra intorno a voi palpitare del tempo e della vita che furono e che ancora sono: allora, è la città stessa che narra la sua storia.
Riesce naturale, quando si vuole iniziare un discorso sulla Campania antica, prendere le mosse da Virgilio, il più grande poeta della latinità e il vertice spirituale toccato dalla cultura classica. L'autore rievoca qui memorie poetiche che si addensano intorno al rudere che la tradizione ritiene il sepolcro di Virgilio.
La Cappella Pontano, situata nel centro antico di Napoli, merita molta attenzione, perché davvero è "l'edificio del centro antico di più alta rilevanza letteraria per la presenza, sia all'esterno che all'interno, di numerose iscrizioni latine dettate dallo stesso poeta", come si è espresso Carlo Raso. L'autore ne presenta le iscrizioni dell'interno e dell'esterno, con immagini, trascrizioni, traduzioni e commento.