I temi etici legati al fine vita continuano a essere presenti nel dibattito pubblico e a suscitare aspre controversie giuridiche e politiche. Fino a qualche anno fa eutanasia e suicidio assistito erano questioni confinate nell'ambito dell'etica medica: oggi stanno diventando sempre più questioni antropologiche fondamentali, che riguardano il modo in cui i cittadini delle società occidentali desiderano vivere la parte terminale della propria esistenza e affrontare la propria morte. In questo libro vengono presentati quattro documenti di ambito protestante e anglicano che, nel corso degli ultimi 50 anni, hanno messo in discussione l'idea che, da un punto di vista cristiano, eutanasia e suicidio medicalmente assistito siano sempre e comunque atti illegittimi. Nel caso del fine vita occorre trovare soluzioni ragionevoli che siano in grado di conciliare, all'interno di una società pluralistica, la tutela della libertà individuale, il valore della vita umana, in particolar modo di quella fragile e sofferente, e l'equità sociale nell'allocazione delle risorse sanitarie. Nella pratica, sul piano medico e soprattutto su quello legislativo, è necessario prendere decisioni il più possibile condivise, che stabiliscano criteri e norme d'azione certe e comprensibili. Perché questo sia possibile, è necessaria una riflessione individuale e collettiva su valori e principi, che si basi su una corretta e approfondita informazione.
Nelle società moderne, il processo del morire è diventato in larga misura un fatto medico. Se non è la natura a decidere, chi decide della morte, e attraverso quali principi? Luca Savarino propone un approccio alternativo, condiviso da molta parte della tradizione teologica protestante liberale.