Mare Egeo, tra il golfo di Salonicco e lo stretto dei Dardanelli. Il monte Athos: il destino vuole che questo lembo di terra venga a trovarsi nel corso della storia come una zona di frontiera tra oriente e occidente, tra Bisanzio e Roma, tra l’Islam e la cristianità, in quella linea di breve confine che divide l’umano e il divino. L’architettura, le strade, tutto è armonico con la vita condotta dai monaci. A Marco Polo che, diretto in oriente, passava davanti alla penisola dell’Athos, fu detto che in quella lingua di terra abitavano i discendenti degli antichi filosofi greci. La continuità tra la “vera filosofia” degli antichi greci e il “metodo” della meditazione esicasta, ovvero la dottrina e pratica ascetica diffusa tra i monaci dell’Oriente cristiano fin dai tempi dei Padri del deserto: da qui prende le mosse l’itinerario tracciato dall’autore.