Un'ideologia imperiale durata 2000 anni, un leader autoritario, Xi Jinping, che la ripropone per spostare il baricentro della leadership mondiale da Washington a Pechino e sovvertire l'attuale ordine globale. Ma il realizzarsi di queste ambizioni richiede qualcosa che la Cina di oggi non è in grado di esprimere: quella forza di attrazione che solo una cultura fondata sulla libertà di pensiero e di espressione può avere. Cina contro Occidente, autocrazie contro democrazie? Quali sono le ragioni storiche e culturali alla base del modello di potere cinese, ritenuto da Xi Jinping superiore a quello delle democrazie liberali? Impossibile rispondere senza legare l'attualità alla storia imperiale. Il progetto di Xi è infatti quello di porre la Cina al centro, com'era nella concezione cinese prima dell'arrivo delle potenze occidentali, e di tornare a occupare la scena del mondo, da protagonista. Lo scontro non è solo economico e politico, ma anche culturale e valoriale: a essere messi in discussione sono infatti gli stessi principi liberali, fondamento delle democrazie di un Occidente oggi sempre più in preda a una forte crisi identitaria. Contrapponendo un nuovo assetto internazionale a quello creato dai vincitori della Seconda guerra mondiale, la Cina di Xi si avvicina adesso alla Russia di Putin. Ci troviamo di fronte a un nuovo tornante della storia? Riuscirà il mondo a evitare un nuovo conflitto mondiale?
"I principi etici del confucianesimo, garanti del 'buon governo' e della 'società armoniosa', hanno caratterizzato per oltre duemila anni la vita dell'immenso impero cinese, garantendo una sostanziale stabilità al paese. Oggi vengono riscoperti dal governo cinese, in una situazione di profondo cambiamento, per rafforzare il proprio consenso interno. Per comprendere il nuovo corso cinese, oggi al centro dell'attenzione internazionale e destinato a modificare radicalmente le strategie politiche e gli equilibri di potere all'interno come all'esterno della Cina, con conseguenze significative sulla vita dei cinesi e in prospettiva anche della nostra, è indispensabile comprendere il ruolo chiave che la cultura tradizionale, incentrata sui valori confuciani, ha svolto nella storia del paese. Questa introduzione al confucianesimo da parte di un'autorità in materia costituisce la guida più sicura. Il libro ricostruisce le grandi tappe del sistema di pensiero che si ispira a Confucio (551 a.C.-479 a.C), dalle origini alla situazione attuale. Il confucianesimo classico formula i presupposti di una vita fondata su una profonda unità basata su un principio di armonia, regolata da solidi principi etici, plasmata da un'accurata educazione che prevede l'apprendimento e l'interiorizzazione dei valori tradizionali ereditati dal più remoto passato e attualizzati da ogni generazione grazie a un confronto con le necessità sociali contingenti." (Giovanni Filoramo)
Da oltre due millenni il confucianesimo condiziona profondamente la vita spirituale e materiale dei cinesi e di vaste parti del mondo asiatico, indica modelli di condotta esemplari concernenti tanto l'ambito individuale quanto le gerarchie sociali, suggerisce a ogni individuo una precisa collocazione all'interno della famiglia e della società. Ponendo al centro della speculazione filosofica la continuità con il mondo antico, Confucio si propose di realizzare un ideale di armonia basato sull'unità che legherebbe in modo indissolubile la realtà degli uomini alla sfera del divino, della natura, dell'universo, dell'eterno.
Il volume delinea un quadro storico aggiornato della nascita e dello sviluppo del confucianesimo dal V al I secolo a.C., di cui illustra i principî fondamentali esaminando le principali opere della letteratura cinese classica, oggi arricchita dal ritrovamento di importanti manoscritti.
All'interno del testo viene proposta una selezione in lingua originale dei brani piú significativi di queste opere, molte delle quali del tutto inedite in italiano, tradotti e commentati dall'autore.
Un sistema di rituali, idee, pratiche e costumi che sin dall'antichità ha pervaso la civiltà cinese. Alla sua origine vi è Confucio, un saggio vissuto tra il VI e il V secolo a.C., che educò i propri discepoli a una vita esemplare e virtuosa, e con essi peregrinò per le corti dei sovrani della Cina preimperiale offrendo insegnamenti e consigli sull'arte del governare. Nel volume si spiegano i principi fondamentali del pensiero confuciano, incentrato sull'osservanza delle norme rituali che ribadiscono il valore delle gerarchie e delle convenzioni sociali, rappresentando la via per una retta condotta e il raggiungimento dell'armonia con il mondo e con il cosmo. Si ripercorrono poi le varie fasi di sviluppo del confucianesimo nel corso del tempo, in Oriente e nel resto del mondo, fino alla sua riscoperta nella Cina contemporanea.
Tiziana Lippiello insegna Lingua e letteratura cinese classica nell'Università Ca' Foscari di Venezia. E' autrice di numerosi saggi sul pensiero e le religioni della Cina antica e ha tradotto e curato i "Dialoghi" di Confucio (Einaudi, II ed. 2006).