Nella convinzione che ogni tentativo di risposta alla domanda "Perché soffriamo?" sia inevitabilmente provvisorio e incompleto, Frederick W. Schmidt propone una riflessione sulla sofferenza a partire dal riconoscimento dell'esperienza soggettiva del dolore sforzandosi altresì di conciliarla con le ipotesi circa la fede, l'agire di Dio, la sua potenza e bontà. Una riflessione che faccia da contrappunto alla cultura della negazione della sofferenza, nell'intento di andare oltre il carattere meramente autobiografico del soffrire per accogliere l'esperienza altrui, riscattandone complessità, differenze, specificità e invitando a una maggiore responsabilità.