I personaggi che danno vita ai racconti brasiliani dell'"Elogio della coincidenza" sono timide figure racchiuse in un isolamento poetico e struggente dal quale comunicano con il mondo secondo regole eccentriche dettate dalle loro ossessioni: sculture neoclassiche realizzate con tovaglioli o lenzuola, la ricostruzione ironica del mito di Orfeo ed Euridice, il delirio di un cinéphile monomaniaco che vive le sue giornate come in una sceneggiatura di Truffaut, il gioco delle premonizioni di un bambino che osserva la realtà dalla finestra di un palazzo. L'infanzia è un motivo ricorrente e perfino un punto di vista, come nel caso del bambino che in Acapulco affianca le vicende della biografìa di Tarzan/Johnny Weissmuller ai primi personali riti di passaggio, compresi quelli legati alla matrice culturale ebraica, segno di un non troppo remoto sradicamento dall'Europa. Il meticoloso labor limae che da un materiale copioso ha selezionato i racconti fa dell'essenzialità la cifra della scrittura di Schwarcz.