Se guardiamo la realtà con gli occhi delle scienze naturali, l’universo ci appare costituito esclusivamente di particelle fisiche che interagiscono tra loro entro campi di forza. Ma come possono trovare posto in questa descrizione della realtà cose come le menti, la coscienza, il linguaggio, il denaro, gli Stati? In che rapporto stanno questi elementi della realtà umana con la realtà di base delle particelle elementari? Sono queste le domande fondamentali della filosofia contemporanea alle quali John Searle risponde in questo volume. L’autore rivisita i principali risultati delle proprie ricerche e delinea, in un serrato dialogo critico con le più recenti teorie della mente, un’originale concezione unificata della realtà che si pone come alternativa tanto al dualismo cartesiano quanto al materialismo scientifico.
Edizione italiana a cura di Paolo Di Lucia e Lorenzo Passerini Glazel
Molti hanno pensato e continuano a pensare che possiamo percepire direttamente soltanto le nostre esperienze soggettive e mai oggetti e stati di cose del mondo. Per John Searle questo è un errore tra i più grandi, da cui scaturisce gran parte delle confusioni che hanno contraddistinto la storia della filosofia della percezione. Se l'unica realtà per noi accessibile è quella delle nostre esperienze private, illusioni e allucinazioni hanno il medesimo status delle percezioni del mondo reale. Questo rende impossibile capire come il puro carattere esperienziale delle percezioni determini ciò che riteniamo di stare percependo, cioè come la fenomenologia fissi il contenuto percettivo. Per Searle possiamo dare un taglio netto agli errori del passato accettando il Realismo diretto, la posizione secondo cui è possibile percepire direttamente oggetti e stati di cose del mondo.
Con la chiarezza e la profondità che lo contraddistinguono, John Searle ci mostra come creiamo il mondo sociale, un mondo fatto di denaro, proprietà privata, governi, matrimoni, mercati azionari e cocktail party.
Mentre la realtà dei fatti naturali, delle “montagne” e delle “molecole”, esiste indipendentemente dalle nostre rappresentazioni, istituzioni come il matrimonio acquistano realtà solo in riferimento a un accordo convenzionale che gli uomini decidono intenzionalmente di stabilire. L’autore mette in luce le caratteristiche di queste istituzioni, che costituiscono il mondo della realtà culturale e sociale di cui tanto si parla.
John Searle insegna Filosofia della mente e Filosofia del linguaggio all’Università della California, Berkeley. Nella collana Scienza e idee sono stati pubblicati Il mistero della coscienza (1998), Mente, linguaggio, società (2000), La razionalità dell’azione (2003) e La mente (2005).
Parlare - l'avevano già detto Wittgenstein e Austin - è essenzialmente un modo di agire: allora l'unità fondamentale nello studio del linguaggio sono gli atti che si compiono parlando, gli atti linguistici. Ma quali sono le regole caratteristiche di questa forma di comportamento? Ed è possibile esplicitarle in modo sistematico? Dare una risposta affermativa e dimostrarla significa che, contro ogni apparenza, lo studio degli atti linguistici appartiene alla 'langue' e non alla 'parole'. L'impresa è possibile partendo dall'atto linguistico per eccellenza, l'illocuzione, cioè l'azione che si compie "nel" dire qualcosa, ad esempio facendo una promessa. Per Searle - che non ama i confini delle discipline - la filosofia del linguaggio è, in definitiva, un ramo della filosofia della conoscenza: deve studiare il problema dei rapporti tra mente e corpo, il problema del rapporto che intercorre tra le parole e la realtà.
"La filosofia della mente si distingue dagli altri ambiti filosofici attuali per il fatto che tutte le sue teorie più famose e influenti sono false." John R. Searle, il più autorevole studioso della mente, smonta così le pretese della disciplina a cui egli stesso appartiene. Ma mentre confuta le teorie più accreditate rivela gli aspetti segreti e sconcertanti di quella elusiva entità che chiamiamo appunto mente umana. Comparsa dell'intelligenza, natura della coscienza, possibilità di un libero arbitrio, debolezza della volontà, struttura della decisione: tutto questo e altro ancora è al centro della riflessione di Searle.
Libertà e potere politico: questi i temi nodali che il grande filosofo americano affronta in questo libro. Conciliando le analisi sul linguaggio e la mente, che lo hanno consacrato sulla scena internazionale, agli ultimi progressi della ricerca nel campo della neurobiologia e delle scienze cognitive, Searle approfondisce ulteriormente la sua teoria della coscienza e dell'intenzionalità arrivando a porsi un interrogativo cruciale: quale dev'essere la natura fisica della mente affinché la libertà sia possibile?
Sono solo le azioni irrazionali, sostiene Searle, a essere causate da credenze e desideri: per esempio le azioni di una persona determinate dall'uso di sostanze stupefacenti. In genere, nelle azioni razionali c'è un divario tra il desiderio motivante e l'effettiva decisione presa. Il nome tradizionalmente attribuito a questo divario è "libero arbitrio". Secondo Searle, qualsiasi attività razionale presuppone il libero arbitrio, per cui la razionalità è possibile solo dove è possibile una scelta tra diverse opzioni, sia razionali sia irrazionali.
Una sintesi della filosofia di uno dei migliori filosofi del nostro tempo, che tocca i temi della coscienza, del linguaggio e dei modi in cui gli uomini creano i significati e la cultura in cui vivono. Searle vorrebbe insegnarci a praticare la filosofia nel mondo reale, con il quale abbiamo a che fare quotidianamente. È il mondo dei fenomeni biologici, come la fotosintesi e la digestione, ma anche degli stati mentali come la conoscenza e l'intenzionalità, che per Searle sono reali tanto quanto lo sono i tramonti, le montagne o le spiagge bagnate dal mare.