Il disprezzo sembra avvolgere le relazioni della nostra società dove si esperiscono forme di rifiuto, emarginazione e sintomi gravi di razzismo che conducono a chiusura e inumanità. È possibile far crescere un atteggiamento differente rispetto a questo? Qui si desidera prospettare una sorta di viaggio nel disprezzo per orientarsi verso gli altri e incontrarli senza alcun senso di rifiuto, per scardinare forme di chiusura che lasciano spazio solo alla paura e avviliscono ciò che ogni persona da sempre cerca: la bellezza immensa dell'amore radicata nel rispetto personale e dei diritti umani.
L’ascolto del pensiero di un uomo come Erasmo da Rotterdam, che in pieno XVI secolo proclamava la costitutiva ingiustizia della guerra e l’importanza dell’ascolto, dell’equilibrio e della moderazione, può essere importante per richiamare il cumulo di atteggiamenti e valori non vissuti ma di cui s’avverte oggi l’esigenza.
L’autore olandese riteneva la guerra un abominio e prediligeva – inascoltato sia dai cattolici, sia dai protestanti – la forza del dialogo per evitare conflitti sanguinari con le carestie e le malattie che vi seguono sempre. Il noto umanista era uomo pacato e dotato di capacità di accoglienza e dialogo in anni in cui vi erano guerre fra stati, violenze, povertà e divisioni provocate dai conflitti di religione.
Erasmo fissava tutto questo con sofferenza e con l’auspicio che potesse sorgere una società in cui la fraternità e la giustizia risplendessero maggiormente. Qui si vuole far emergere questa mite prospettiva erasmiana attraversata da una maniera di pensare e vivere con Dio e con gli altri che ha sempre inseguito il desiderio della pace per cercare di realizzarlo a livello religioso, politicosociale e educativo.
Nella voce di Erasmo riecheggia quell’esigenza etica che desidera tradursi in atteggiamenti sociali in grado di rendere concreta la civiltà dell’amore anche nel nostro tempo.