Il libro prende atto dell'impegno dell'Uomo che sin dalla sua fase aurorale sente l'esigenza di individuare e fare proprie quelle virtù, quei Valori che lo eleveranno nella Conoscenza, nel concetto di Giustizia e nel Pensiero. Questo, unica facoltà umana capace di Educarci e, ad un tempo, renderci degni delle nostre infinite capacità, compresa quella di comprendere la Verità, Dio. Marsilio Ficino dirà: l'Uomo è come un Dio mortale. Questo libro ci ricorda il Dovere di essere degni di questa nostra prerogativa. Socrate per primo comprese che la crescita morale si poteva realizzare con un "metodo" che comprendeva Conoscenza, esigenza di Dignità e la conquista di tutti quei Valori che hanno fatto l'Uomo. Il libro non segue l'evolversi della storia, bensì analizza tutti quei periodi che hanno sentito l'esigenza di invocare l'Educazione come metodo di "crescita" per la Società: dall'Homo sapiens a Socrate, dalla democrazia ateniese al Risorgimento Italiano, con i suoi magnifici eroi; primo tra tutti Mazzini che scrisse con intenti Educativi "I Doveri dell'Uomo". Ci pare che oggi tutto questo impegno sia disatteso, vanificato, perché? Prosegue allora questo lavoro nel rilevare e con fermezza analizzare, le manchevolezze che ci caratterizzano: nella Società, Religione, Cultura, Costume, Politica. Il paradigma di questo lavoro storico-politico, a tratti filosofico, è che l'Uomo deve avere rispetto per se stesso, esigenza di Dignità e non abbandonare i Doveri dei nostri Padri: Amore per la Patria, Onestà, Dignità, Rispetto per l'Uomo.
Conosciamo i Longobardi? Oppure ne abbiamo soltanto un ricordo scolastico? Popolo in armi, essi iniziarono la loro migrazione verso sud, movendo dalle brume Scandinave e sempre con le armi conquistarono la loro sopravvivenza. Giunsero in Italia nel 568 guidati da Alboino e ne vollero fare la loro patria, apprendendo la civiltà romano-italica e la religione cattolica, difendendola. Combatterono contro i Franchi, i Bizantini, gli Arabi, gli Slavi; senza la loro determinazione oggi l'Italia sarebbe diversa, sicuramente non nostra. Il testo, con laica imparzialità, intende riscoprire la storia dei Longobardi non solo per evidenziare le iniziali diversità dal mondo latino, ma per valorizzare la volontà che tra mille "avventure" li farà, infine, sentire Italiani. Alboino, Autari, la splendida Teodolinda, Agilulfo e Rotari sono i magnifici guerrieri che di fatto hanno partecipato alla costruzione della storia d'Italia. Il paradigma del testo è riconoscere dignità ai Longobardi, perché lo hanno meritato, perché sono i nostri padri.