George Simmel inaugura un indirizzo fondamentale del pensiero sociologico con la sua attenzione al momento individuale della "sociazione" e sul piano filosofico cerca di integrare il valore della differenza individuale con quello della comune appartenenza sociale. Sul piano etico questo programma si traduce in una critica della legge universale kantiana, ritenuta capace di fornire solo approssimativi punti di orientamento rispetto alle scelte morali più comuni, e nella ricerca di un criterio di condotta aderente alla totalità della vita individuale. La connessione di legge e universalità, sostiene questa nuova morale, può essere spezzata nel momento in cui l'individuo scopre che la costruzione morale di sé obbedisce a una propria "legge".
Un testo da molti indicato come il capolavoro di Simmel, in cui viene tracciata una mappa dei mutamenti sociali, culturali e psicologici che la forma di vita occidentale ha conosciuto con la nascita della metropoli moderna.