Quando i computer non erano ancora in tutte le case e in tutte le tasche, la rete muoveva i primi passi e ben pochi sapevano cosa fosse un hacker, Kevin D. Mitnick era nella lista dei criminali più ricercati dall'Fbi, ma non aveva mai usato un'arma, non aveva ucciso nessuno, non aveva rubato: era semplicemente il più bravo del mondo a intrufolarsi nei sistemi informatici più protetti del pianeta. Per anni Mitnick ha vissuto un'esistenza al limite, braccato da polizia e servizi segreti, continuamente alla ricerca di una sfida più eccitante e pericolosa della precedente, inventando sistemi sempre più ingegnosi per eludere le protezioni dei sistemi informatici più inviolabili e intanto riuscire a sfuggire alla cattura nel mondo reale. In questo libro, che è la sua autobiografia, Mitnick racconta le sue innumerevoli avventure, fuori e dentro la rete: quelle di un artista della truffa, capace di ingannare uomini e macchine con la stessa bravura, ma anche quelle di un precursore e di un visionario, il primo a riconoscere nell'hacking una strada alternativa per la comprensione del mondo digitale. Prefazione di Steve Wozniak.
Mitnick offre con questo libro un sequel al suo libro "L'arte dell'inganno", questa volta intervistando una serie di gruppi hacker che hanno messo in atto alcune delle intrusioni più incredibili degli ultimi anni. Ogni capitolo (dieci in totale) si apre con una "computer crime story" che si legge come un romanzo. Certo, è sicuramente sconcertante capire quanto sia vulnerabile il proprio conto in banca o vedere all'opera un gruppo di hacker innamorati del gioco d'azzardo che in pochi minuti fanno man bassa alle slot machine. Come nell'"Arte dell'inganno", nel raccontare queste storie Mitnick illustra minuziosamente i passi tecnici utilizzati nel mettere a segno i diversi colpi. Un libro che si legge con facilità e che, al contempo, ci proietta nel mondo della sicurezza, l'altra faccia della dimensione informatica in cui Mitnick è da tempo impegnato come uno dei maggiori esperti mondiali.
Gary E. Schwartz, psicologo clinico, indaga sul mondo dei medium. E lo fa partendo da una posizione agnostica, e conducendo esperimenti ispirati al rigore scientifico. Il libro descrive gli esperimenti effettuati dall'autore su un campione di medium e veggenti. Cinque in particolare vengono sottoposti a uno studio molto accurato: chiusi in una stanza con un gruppo di persone mai viste prima, devono limitarsi a rispondere sì o no alle loro domande, e il tutto viene filmato. In seguito, lo scienziato e la sua équipe hanno rivisto tutto il materiale filmato, riscontrando nelle risposte dei medium un'accuratezza dell'80%, e senza alcun trucco. Da ciò, la prima conclusione: alcune persone particolarmente dotate possono comunicare con i defunti.