Le immagini, diversamente da quanto di solito si pensa, hanno un proprio corpo. Questo fa sì che esse non rappresentino semplicemente lo schermo su cui proiettiamo desideri, sogni, ambizioni. Anche se ci appaiono spesso come una presenza immateriale che, più o meno discretamente, accompagna le nostre vite, le immagini hanno tuttavia una presenza dotata di un suo peso specifico. È così che esse incidono non solo sulla nostra percezione della realtà, ma anche sulle nostre singole esistenze. Portare l’attenzione sul corpo delle immagini significa ascoltare quanto di loro entra in noi, non semplicemente perché si offre allo sguardo, ma perché ci tocca.
Il libro costituisce una riflessione filosofica sul marrano, quella figura in cui il segreto trova per eccellenza la sua incarnazione.
Non solo si è sempre ritenuto i marrani capaci di condurre, dopo la conversione forzata, un’esistenza segreta e di conservare nel silenzio più assoluto la fedeltà alla religione da cui provenivano, pena la morte per mano dell’Inquisizione, ma anche i marrani costituiscono una presenza che, rompendo l’ordine rigidamente stabilito delle appartenenze, non si lascia tradurre nella lingua dell’identità, religiosa, politica, culturale o di qualsiasi altro tipo.
Qui la loro figura è convocata a parlare dell’aspetto nascosto della vita di ognuno, e cioè a parlare di ciò che di marrano c’è in ciascuno di noi, e dell’inaggirabile lato marrano di ogni singola esistenza, nelle sue implicazioni più controverse.
GLI AUTORI
GIANLUCA SOLLA insegna Filosofia presso l'Università di Verona.
Ogni giorno ci serviamo di nomi. Ignoriamo tuttavia quale sia la loro natura più segreta. Inoltre temiamo l’anonimato come il nostro peggiore nemico. Ma finché non sappiamo cosa siano i nomi, non potremo affrontare davvero quella determinazione dell’esistenza che sappiamo che in qualche modo ci tocca e ci riguarda tutti da vicino. Così parlando, leghiamo il nostro dire alla denominazione di cose, di persone, di fatti, siano essi reali o inesistenti. Eppure di questo gesto così abituale ignoriamo le conseguenze più profonde. Né abbiamo ancora imparato a pensare cosa significhi dare un nome o portarne uno. Cosa implica il fatto di dare un nome a un figlio? a degli animali? Cosa significa chiamare qualcuno “amico”? Cos’è quel nome di famiglia nel quale ognuno reca memoria del padre e della madre, oltre la loro morte? Nomi di nomi s’interroga sulle figure che costellano la nostra vita (la madre, il padre, gli amici e i nemici, i figli e le famiglie, l’ospite, il testimone, il capo, il colpevole, gli animali…) per ripensarle a fondo a partire dalla valenza che in ciascuna di loro assume il nome proprio.
GLI AUTORI
GIANLUCA SOLLA insegna Filosofia presso l'Università di Verona.