Un libro che affronta temi attuali e urgenti: da Trump e la "sua" America allo smascheramento della "'narrazione dominante".
"Rebecca Solnit è la voce della resistenza" - The New York Times
"Solnit dimostra di possedere un talento profetico: sa riconoscere lo spirito dei tempi molto prima che l'opinione corrente lo faccia proprio" - The New York Review of Books
Mai come oggi, per riprendere una frase famosa, «le parole sono importanti». Nel mondo ultraconnesso della comunicazione istantanea, saperle usare è determinante quanto saperle decifrare; non è solo questione di vero o falso, ma di potere e di egemonia, di vita o di morte. Mai come oggi, quindi, chiamare le cose con il loro vero nome è un'urgenza etica, prima ancora che politica. Armata della sua prosa incalzante e della sua straordinaria lucidità, Rebecca Solnit analizza i temi che, a partire dall'America di Trump e dalle sue narrazioni fuorvianti, toccano drammaticamente il mondo intero – la violenza del cambiamento climatico e della gentrificazione, le ingiustizie economiche e sociali, la discriminazione e la violenza razziale e di genere. Indica anche le parole, gli eventi e le battaglie che, a dispetto o forse proprio per la loro apparente perifericità, sembrano già segnare la direzione del cambiamento: «Pensiamo alla speranza come a uno striscione intessuto di fili di ragnatela, di un senso di interconnessione tra tutte le cose... Come un tutt'uno in cui tutto conta». Dalle parole, ai fatti.
Il saggio di una pensatrice libera e autorevole, scritto con il consueto stile arguto e sferzante, privo di pregiudizi e ricco di originali spunti di riflessione.
"Un saggio raffinato che trascende discipline e generi, seguend un percorso attraverso filosofia, palenteologia, politica, religione e critica letteraria" - The New York Times
"Quando ci concediamo ai luoghi, essi ci restituiscono a noi stessi e, più arriviamo a conoscerli, più vi seminiamo l'invisibile messe delle memorie e delle associazioni che saranno lì ad aspettarci quando vi ritorneremo, mentre luoghi nuovi ci offriranno pensieri nuovi e nuove opportunità. Esplorare il mondo è uno dei modi migliori per indagare la mente, e il camminare percorre entrambi i terreni"
Durante una marcia di protesta, in una località dal paesaggio incantevole o in una metropoli: andare a piedi può assumere significati molto diversi. In questa sua prima storia generale del camminare, Rebecca Solnit indaga la vasta gamma di possibilità racchiuse in questo atto primario e si concentra su alcuni personaggi che attraverso questo gesto hanno plasmato la nostra cultura, dai filosofi, ai poeti, agli alpinisti. Traccia i profili di alcuni tra i camminatori più significativi della storia e della narrativa, da Wordsworth a Kierkegaard, da Rousseau a Martin Luther King, alla ricerca della profonda relazione tra camminare e pensare, tracciandone l'evoluzione e spiegandone ogni sfumatura. Scopriamo così che camminare «ci permette di essere nel nostro corpo e nel mondo senza esserne sopraffatti» e «ci lascia liberi di pensare senza perderci totalmente nei pensieri», ci dispone, insomma, nello stato d'animo ideale per lasciare libera l'immaginazione. Il saggio di una pensatrice libera e autorevole, scritto con il consueto stile arguto e sferzante, privo di pregiudizi e ricco di originali spunti di riflessione.
Ci sono molti modi per sentirsi superiori, più forti, più bravi, più sapienti e potenti. La sopraffazione non passa solo per la violenza fisica, l'umiliazione, la dipendenza economica, ma anche da meccanismi più semplici, da comportamenti più sottili e socialmente accettati da tutti. La violenza sulle donne comincia anche da una conversazione dove le donne vengono messe a tacere. Cosa non funziona in queste conversazioni? Gli uomini pensano erroneamente di sapere cose che le donne non sanno e, senza farsi domande, iniziano a spiegarle. In questa selezione dei suoi scritti femministi più noti, Rebecca Solnit spiega perché ciò accade e ne sottolinea il lato grottesco. Con la sua prosa mette a nudo alcuni degli aspetti più imbarazzanti, crudi e folli della società maschilista, invitando a riflettere tutti coloro che ne hanno il coraggio.
Chi sei? Chi siamo? In tempi di crisi e disastri queste domande sono questione di vita o di morte. Migliaia di persone sono sopravvissute all'uragano Katrina nel 2005 perché nipoti, zii, vicini di casa o perfetti sconosciuti li hanno raggiunti e nonostante il pericolo, tratti in salvo e perché un'armata di proprietari di barche più o meno grandi ha invaso New Orleans sfidando l'esercito americano e tirando giù dai tetti intere famiglie. Centinaia di persone sono invece morte come conseguenza del disastro perché altre persone, inclusa la polizia, i vigilanti, l'esercito e i media hanno deciso fosse troppo pericoloso evacuare i cittadini di New Orleans dalla città allagata e infetta, e perfino portare in salvo i malati dagli ospedali pareva essere un eccessivo azzardo. L'uragano Katrina è stato un esempio estremo ed epico di quello che può accadere durante una calamità naturale. Dal terremoto di San Francisco del 1906 fino all'uragano Katrina che ha distrutto la città di New Orleans nel 2005, passando per l'11 settembre 2001, il terremoto in Messico nel 1985 e altre calamità che hanno sconvolto le vite di centinaia di migliaia di persone e devastato chilometri quadri di insediamenti, Rebecca Solnit restituisce la speranza. Anche nelle più nere avversità si può trovare una via di fuga, una possibile rinascita. Un paradiso all'inferno, appunto.