Dopo un divorzio doloroso, Laura ritrova finalmente la serenità. Ha un buon lavoro e le è tornata la voglia di fare progetti, nuove amicizie. Inspiegabilmente, però, iniziano a manifestarsi strani malesseri che sulle prime sembrano dovuti a stanchezza. Ansia da stress è la diagnosi del medico. Pian piano questi episodi si trasformano in crisi di panico, al punto da costringerla, una volta uscita dal pronto soccorso, a vivere nella sua automobile a pochi passi dall'ospedale. A nulla servono la vicinanza della migliore amica e di un ragazzo conosciuto per caso in ospedale, che lei allontana pur sentendosene attratta. Non vuole sentire ragioni: rifiuta i farmaci che le vengono prescritti e conduce ormai un'esistenza da senzatetto, pur consapevole di vivere in una prigione, in spazi delimitati autoimposti. Dopo aver allontanato tutti gli affetti, Laura rimane sola, nel mirino di loschi individui, appartenenti alla malavita organizzata. Riuscirà la consapevolezza di essere in pericolo di vita a farle accettare quella terapia farmacologica in grado di restituirle a poco a poco la forza di reagire? Riuscirà, insieme alla voglia di amare, a recuperare la libertà che ha perso? In questo romanzo Rosario Sorrentino affronta, grazie alla sua esperienza professionale, la tematica degli attacchi di panico, disturbo invalidante che colpisce sempre più persone. Ma da cui si può guarire.
È una forza oscura e potente che, all'improvviso, può impadronirsi di te e spingerti a dire o a fare cose che non avresti mai pensato di poter dire o fare. Può prenderti mentre sei in coda in auto, sul posto di lavoro, o durante una discussione con il partner. E poi, quando si esaurisce e se ne va, è spesso troppo tardi per rimediare ai danni che ha provocato.
È la rabbia.
Ma che cos'è esattamente la rabbia? Da dove viene e perché si scatena? E, soprattutto, che cosa si può fare per combatterla, per evitare che rovini la vita a noi e agli altri?
Da questi pressanti interrogativi prende le mosse l'intervista della giornalista e scrittrice Cinzia Tani al neurologo Rosario Sorrentino, che, dopo il successo di Panico, cercano ora di risalire alle radici neurologiche e mentali di un'emozione diventata la cifra della società contemporanea, con i suoi ritmi sempre più frenetici, l'esasperato individualismo e lo strapotere dell'immagine imposto dai mass media. Un virus, quello della rabbia, che sta a poco a poco avvelenando e corrodendo non solo i rapporti di coppia e quelli familiari, ma anche le più elementari norme della convivenza civile, come dimostrano la preoccupante diffusione dei casi di violenza domestica e i più efferati episodi di cronaca nera degli ultimi anni, che vengono analizzati e discussi nel libro.
La chiave per comprendere il funzionamento della nostra mente e il significato dei nostri comportamenti consiste, secondo Sorrentino, nel riconoscimento dell'estrema plasmabilità e duttilità del cervello umano, che si adatta a ogni possibile situazione e propone di volta in volta le soluzioni più adeguate per affrontarla grazie a un giusto compromesso tra la sua parte più istintiva e animale (l'amigdala), responsabile delle emozioni primordiali, e quella più razionale e saggia (la corteccia prefrontale), preposta al giudizio critico e al controllo delle reazioni impulsive. Quando però per una qualsiasi ragione (non ultima la presenza di stimoli e fattori che alterano profondamente il nostro modo di interagire con gli altri) tale equilibrio non viene raggiunto, ecco che le nostre reazioni risultano eccessive e sproporzionate, con conseguenze talvolta tragiche.
Dunque, a parte i casi in cui l'aggressività e la rabbia presentano un evidente profilo clinico, e che richiedono un opportuno trattamento farmacologico associato a una psicoterapia cognitivo-comportamentale, una reale soluzione del problema potrà essere trovata solo migliorando la qualità delle relazioni interpersonali e "bonificando" il mondo della comunicazione, cioè mediante "il recupero graduale della dimensione sociale, la ricostruzione di un'agorà, del luogo dove si possa tornare a parlarsi, a confrontarsi, dove il dissenso venga espresso in termini formalizzati, e dove sia diffuso e accettato il pluralismo delle idee e delle opinioni".