Tra i grandi teologi del XX secolo, Henri de Lubac è senza ombra di dubbio quello che più si contraddistingue per i molti aspetti sapienziali della sua teologia. Questo perché le sue vicende personali hanno avuto un influsso molto diretto sulla sua teologia. Le note vicende della sua vita, infatti, l'hanno obbligato a vivere con molta intensità la sua appartenenza alla Chiesa e la sua condizione di uomo di Chiesa. Questo è il motivo per cui, come ben dimostra il presente saggio di M. Sprizzi, De Lubac ha dedicato la maggior parte della sua opera al "vir ecclesiasticus", cioè all'identità ecclesiale del credente. Oltre all'alta qualità teologica dei suoi scritti, il loro carattere, in molti casi, di testimonianza e di confessione, fa sì che questo tema diventi vivo e non soltanto accademico. L'identità ecclesiale del cristiano è definita da tre caratteristiche essenziali: fortis in fide: il tema della fede, il credo Ecclesiam, la Chiesa come oggetto di fede, come paradosso e mistero; firmus in traditione: il radicamento cristologico-pneumatologico della Chiesa e della sua cattolicità; fidelis in caritate: la carità e la maternità della Chiesa. Si tratta indubbiamente di un saggio che, inserendosi dignitosamente tra gli studi scientifici sulla figura e l'opera del Cardinale francese, ne rilancia autorevolmente l'interesse. Presentazione al volume di Mons. Rino Fisichella.