Il pensiero filosofico dell'inizio del nuovo Millennio ci consegna la rinnovata attualità della figura dell'homo religiosus, che sembrava ormai relegato nel periodo più oscuro del vecchio Millennio. L'homo religiosus, studiato dall'antropologia e dalla storia delle religioni (Eliade, van Leeuw, Ries), è quella particolare modalità dell'essere uomo, che interpreta il suo stare nel mondo come il dialogo con una Alterità e una Trascendenza, che gli sfugge ma con cui è sempre di nuovo in dialogo. Sono all'opera nell'uomo religioso una molteplicità di direzioni storiche di senso e di significati vitali. Alla complessità storica dell'homo religiosus si lega la sua dimensione fenomenologica, per cui il sapere dell'uomo religioso si articola non solo in una storia ma in forme, comportamenti, riti, in un'etica in generale, che è la sostanza stessa di questa storia. Di questa doppia dimensione, ermeneutica e fenomenologica, interpretativa e descrittiva, questo volume vuole essere una testimonianza, ripercorrendo le principali forme con cui l'esperienza religiosa si è manifestata nell'esistenza dell'uomo (preghiera, rito, mito, sacrificio, sacro naturale, trascendenza/ immanenza) e considerando le modalità con cui queste forme sono state pensate a patire dalla modernità nella loro dimensione personale, sociale, etica e politica (Schelling, W.F. Otto, Kreuzer, Bachofen, Durkheim, Heidegger, Caillois, Bataille, Blumenberg, Jesi).
Comprendere Francesco è mettere in luce la forza della sua azione rinnovatrice, che in pochi anni ha impresso una svolta epocale all’operare della Chiesa, ma anche non nasconderne le difficoltà, i punti di debolezza, le criticità attraverso uno sguardo che percorre l’intera sua attività: la teologia, l’etica, l’ecumenismo, il rapporto con la società, la politica contemporanea e le altre fedi religiose. Essenziale è, allora, la sua idea di popolo e ciò che lega il popolo alla sua guida: Francesco è populista? Pier Francesco Stagi risponde a questo interrogativo indagando le pieghe semantiche della sua teologia e facendo ricorso alle ricerche dell’etica contemporanea, per scoprire in che modo il sentire del popolo diventa normativo per l’azione della Chiesa. La comprensione di questo nesso permette di superare la contrapposizione tra destra/ sinistra, conservatori/progressisti, per introdursi a un nuovo modo di pensare la Chiesa e la sua azione nella società contemporanea.
Il presente volume risale alle origini dell'esperienza religiosa per rispondere alla domanda: come nasce il sacro?; in che modo ciò che è religioso arriva a determinare la vita dell'uomo fino a influenzarne le scelte più personali e rischiose, spesso oltre ciò che si è disposti ad ammettere nell'universo secolarizzato della postmodernità. Le considerazioni svolte riguardano l'incontro con la dimensione etica universale dell'essere umano nel momento in cui si imbatte in qualcosa che lo sconvolge, lo trasforma. Le differenze storiche e fenomenologiche tra le diverse religioni (religione greca, cristianesimo, religione primitiva della natura), oltre ogni pretesa sincretistica, non sono definite in quanto descrizioni di modalità di vita e universi paralleli dal punto di vista storico e spirituale, ma come espressione di uno stesso radicamento in una Realtà, che è vissuta come più reale di ogni altra cosa. Il sensus realitatis offre alla religione, a ogni religione naturale o rivelata, l'orizzonte ultimo di senso intorno al quale comprendere il senso del proprio esistere. La Realtà come pienezza ontologica e compiutezza etica è quel sacro a cui le religioni in maniera diversa partecipano. Negare questa Realtà significa mettere in discussione la struttura stessa dell'esperienza religiosa; cosa che non è possibile se non cadendo in contraddizione. Questa scoperta è l'evento decisivo che ha cambiato nel Novecento il volto della riflessione filosofica sulla religione (R. Otto, Eliade, Kerényi, Dumézil, W.F. Otto, Ries), che in precedenza era rimasta ancora prigioniera di considerazioni metafisiche o teologiche. Oggi è aperta la possibilità di tornare a riferirsi di nuovo al fenomeno religioso, di là dagli interdetti del pensiero critico e secolarizzante, ma anche dalle pretese fondamentaliste delle religioni storiche.
E' una monografia scientifica completa e aggiornata dedicata alla figura del padre del monachesimo occidentale. Scritta non da uno storico del Medioevo, ma da un filosofo della religione ed è orientata a una definizione delle linee principali dell'esperienza religiosa cristiana.