Qual è la radice dell’odio dell’Islam fondamentalista per l’Occidente? Sono davvero le crociate la causa remota dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001?
Fra gli storici e gli studiosi di politica non pochi addossano alle «guerre cristiane» la responsabilità di aver inaugurato l’era della colonizzazione europea allo scopo di accaparrarsi le ricchezze della Terra Santa e di arruolare nuovi credenti. Questa interpretazione giustifica l’idea di una sorta di peccato originale che condizionerebbe i rapporti dell’Islam con l’Occidente – un’idea che si è insinuata nei discorsi e nei dibattiti più importanti e ha spesso informato le scelte di capi di governo od organizzazioni internazionali (come la Comunità Europea e l’ONU).
Per Rodney Stark è arrivato il momento di fare chiarezza, ricollocando al giusto posto – sulla base delle fonti dell’epoca (dell’una e dell’altra parte) e degli studi più autorevoli – tutte le tessere che compongono il complesso mosaico di quelle vicende lontane.
Stark presenta i protagonisti (i papi, i re, tutto il variegato universo umano che prese parte a vario titolo all’impresa, e anche gli «infedeli» con le loro vere o presunte eccellenze), analizza le ragioni e motivazioni rispettive, descrive i complessi intrecci politici, economici e culturali (compreso il ruolo giocato nelle società medio-orientali dalle comunità autoctone di ebrei e cristiani), e naturalmente ricostruisce, con rigore e puntualità, la sequenza degli eventi.
Due conclusioni, fra le altre, si impongono. Innanzitutto le crociate sono state all’origine una reazione obbligata all’aggressività di un’orda che si spingeva sempre più in là e che doveva essere fermata. Poi appare evidente che l’ostilità del mondo islamico per l’Occidente in conseguenza delle crudeltà crociate è un fenomeno suscitato ad arte, in un’epoca a noi vicina, da chi voleva infiammare gli animi per motivi che la storia degli ultimi anni ha perfettamente chiarito.
Titolo originale: God’s Battalions: The Case for the Crusades (2009, HarperCollins)
Traduzione dall’inglese di Gian Luigi Giacone
L'Autore
Rodney Stark è sociologo della religione e docente di Scienze sociali presso la Baylor University, in Texas. Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo La vittoria della Ragione, Ascesa e affermazione del cristianesimo, La scoperta di Dio e Un unico vero Dio, tutte edite dalla nostra casa editrice.
L'Indice
5 Introduzione. Avidi barbari in cotta di maglia?
Gli eserciti di Dio
21 1. Gli invasori musulmani
53 2. Il mondo cristiano al contrattacco
81 3. «Ignoranza» occidentale contro «cultura» orientale
113 4. Pellegrinaggi e persecuzioni
143 5. L’arruolamento dei crociati
171 6. Verso Oriente
201 7. Vittorie sanguinose
229 8. I regni crociati
253 9. La lotta per la difesa dei regni
301 10. Le crociate contro l’Egitto
323 Conclusioni. Missione abbandonata
339 Bibliografia
357 Indice dei nomi
La storia occidentale sarebbe diversa se non fosse stato per tutti quelli che nel corso dei secoli hanno creduto nell’«unico vero Dio». I grandi monoteismi sono stati i motori del progresso, nel loro nome sono state fatte conquiste, scoperte, invenzioni. Ma perché più di tremila anni fa alcuni uomini – ebrei, persiani o egiziani – iniziarono a venerare un Dio unico? Perché invece di sollecitare i favori di un pantheon di divinità specializzate, questi uomini ricercarono una relazione esclusiva con la divinità? Di cosa sentivano il bisogno? Perché il politeismo non serviva più?
La storia dice che vi è una naturale tendenza delle religioni a evolvere verso il monoteismo, di pari passo con il successivo articolarsi delle società umane. Attraverso l’imperativo del proselitismo e della conversione i monoteismi hanno soppiantato i politeismi,
si sono dimostrati più organizzati e militanti, più abili a creare mobilitazione. Hanno imposto dottrine, annesso territori, conquistato popoli, resistendo all’azione delle forze avverse (come nel caso della diaspora degli ebrei) e alle tentazioni non meno insidiose dell’assimilazione. Il monoteismo ha creato il mondo moderno, nel quale il pluralismo culturale e sociale, anziché aver sancito la fine delle religioni (come molti pensano), ha dimostrato che le fedi sono compatibili con le norme di civiltà pubblica delle laiche democrazie occidentali.
Con la consueta chiarezza, Stark compone un affresco storico di ampio respiro, rigorosamente documentato e suggestivo, stimolante, provocatorio, quanto mai prezioso in un’epoca nella quale il dibattito intorno alla religione è dominato da pregiudizi ideologici che non aiutano a comprendere la verità dei fatti.
L'AUTORE
Rodney Stark è sociologo della religione e docente di Scienze sociali presso la Baylor University, in Texas. Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo La vittoria della Ragione, Ascesa e affermazione del cristianesimo e La scoperta di Dio, tutte edite dalla nostra casa editrice.
È stato Dio a creare l’uomo o è stato l’uomo a creare Dio? Dio è soltanto il prodotto di un desiderio universale, o l’uomo ne ha intuito la reale presenza? Perché alcune religioni si somigliano? Perché molte rivelazioni avvennero nello stesso periodo? Perché uno stesso Dio avrebbe parlato in modo differente a popoli diversi? Qual è, in tutto ciò, il posto del cristianesimo?
È con questi grandi interrogativi che Rodney Stark – il più illustre sociologo delle religioni – si confronta in questo libro.
La storia delle religioni dimostra che c’è stata una evoluzione nella concezione di Dio: gli uomini sembrano adottare quelle immagini di Dio (o degli Dei) che forniscono loro di volta in volta maggiore appagamento, sia spirituale che materiale. Innanzitutto, preferiscono Dei personali a essenze divine prive di consapevolezza. Poi, tendono ad ampliare i poteri di questi Dei, dapprima circoscritti, verso il Dio assoluto, onnipotente e soprattutto etico del monoteismo – rendendo via via più complesse anche le teologie relative. Inoltre gli uomini preferiscono un Dio razionale e amorevole, perché esseri supremi irrazionali e indifferenti non favoriscono lo sviluppo della civiltà.
Attraverso un’analisi di ampio respiro – dalla fede degli uomini primitivi alle religioni delle prime civiltà (sumeri, egizi, greci, popoli mesoamericani), dal «mercato» religioso relativamente aperto di Roma ai primi monoteismi (zoroastrismo, ebraismo e cristianesimo), fino alla spiritualità «atea» dell’Estremo Oriente e all’Islam – Stark ha raccolto una ricchissima messe di dati e propone una serie di riflessioni come sempre stimolanti e intelligentemente provocatorie, che sfatano ancora una volta il pregiudizio antireligioso della nostra epoca.
L'AUTORE
RODNEY STARK è sociologo della religione e docente di Scienze sociali alla Baylor University di Waco, in Texas. Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo La vittoria della Ragione (2006) e Ascesa e affermazione del cristianesimo (2007), edite da Lindau.
IL LIBRO
Molto è stato scritto sui motivi per i quali, a partire dal Medioevo, l’Occidente ha sopravanzato il resto del mondo. Le spiegazioni più comuni hanno riguardato la felice configurazione geografica, l’espansione dei commerci, il progresso della tecnologia. Ma è stato completamente trascurato un fatto: nessuno sviluppo sarebbe stato possibile senza una profonda fiducia nella ragione, che affonda le proprie radici nella religione cristiana.
In La vittoria della ragione, Rodney Stark propone quest’idea rivoluzionaria: le più significative innovazioni intellettuali, politiche, scientifiche ed economiche introdotte nello scorso millennio sono riconducibili al cristianesimo e alle istituzioni a esso collegate. Secondo Stark, non sono state la contrapposizione tra la società laica e quella religiosa, né la competizione tra scienza e fede a farci progredire. Al contrario, è alla teologia cristiana che dobbiamo attribuire la vera origine della ragione. Mentre infatti le altre grandi religioni hanno posto l’accento sul mistero, sull’obbedienza e sulla meditazione, il cristianesimo ha abbracciato la logica e il pensiero deduttivo aprendo la strada alla libertà e al progresso.
Nella sua analisi della supremazia occidentale, Stark ridimensiona in modo convincente «verità» ormai accettate da tempo. Dimostra, ad esempio, che il capitalismo prosperò secoli prima che esistesse un’etica protestante del lavoro, ovvero ben prima della Riforma, confutando l’idea che sia stata essa a favorirne la nascita. Nel V secolo, osserva Stark, sant’Agostino lodava sia il progresso teologico sia quello materiale, mentre, parecchio tempo prima di lui, Aristotele aveva condannato l’attività commerciale come «incompatibile con la virtù umana». Ciò rafforza l’idea che il Medioevo non sia stato un periodo di decadenza o di stasi (i famigerati «Secoli Bui»), ma al contrario la culla delle future glorie dell’Occidente.
La vittoria della ragione è un’analisi di ampio respiro che accompagna il lettore dal Vecchio al Nuovo Mondo, dal passato al presente, ribaltando in questo percorso non solo secoli di pregiudizi accademici, ma anche la radicata tendenza antireligiosa della nostra epoca. Quest’opera dimostra che ciò che più ammiriamo della realtà che ci circonda – il progresso scientifico, la democrazia, il libero commercio – è in larga misura dovuto al cristianesimo, e che noi oggi siamo gli eredi di questa grande tradizione.
L'AUTORE
Rodney Stark è docente di Scienze Sociali presso la Baylor University. Tra le sue opere più importanti ricordiamo The Rise of Christianity, One True God: Historical Consequences of Monotheism e, con Massimo Introvigne, Dio è tornato. Indagine sulla rivincita delle religioni in Occidente.
RECENSIONI
Claudio Siniscalchi, «Libero», 17 dicembre 2006
«Svariati intellettuali si sono domandati cosa Oriana Fallaci trovasse nel Cristianesimo, ai loro occhi religione decadente o agonizzante. Nelle parole di Rodney Stark c’è la risposta. La speranza del futuro fondata sulla contemplazione di una storia bimillenaria, straordinariamente complessa e animata da una solida alleanza tra fede e ragione. Un passato sul quale tuttora permangono pregiudizi, nebbie, leggende nere, che il libro dello studioso americano prova serenamente, pezzo a pezzo, a demolire.»
Corrado Augias «Il Venerdì di Repubblica», 22 dicembre 2006
«Contraddicendo le tesi diffuse che fanno risalire alla Riforma luterana il capitalismo e a questo la liberalizzazione sociale progressiva, Stark spiega che dobbiamo alla dottrina cristiana perfino la nascita della moderna democrazia.»
Antonio Socci, «Libero», 24 dicembre 2006
«E se Gesù non fosse nato? Non ci sarebbero – per esempio – né università né ospedali. E nemmeno la musica. […] Chi – abbeverato alle fonti avvelenate dell’ideologia dominante – nutre qualche dubbio in proposito, può trovare intere biblioteche che lo dimostrano, ma, per tagliar corto, […] può cavarsela leggendosi un libro. L’autore non è un apologeta cattolico, ma un sociologo americano di una università yankee: Rodney Stark.»
Roberto Persico, «Tempi», 21 dicembre 2006
«Non sono apologia, i libri di Rodney Stark; sono solo l’opera di un serio sociologo delle religioni […] un vero studioso, libero dai pregiudizi che accecano la maggior parte dei ricercatori. […] Nessuna tesi preconcetta, dunque, ma solo lo sguardo attento di un serio curioso che si avventura senza pregiudizi in territori inesplorati.»
Alfonso Piscitelli, «L'Indipendente», 14 gennaio 2007
«Al di là della lunga disputa tra cattolici e protestanti, il libro di Stark è interessante perché radica il capitalismo occidentale in una tradizione più antica che abbraccia il Rinascimento italiano ed anche i secoli di un Medioevo niente affatto "oscuro".»
Rino Cammilleri, «il Giornale», 28 aprile 2007
«Un testo fondamentale che dovrebbe essere studiato nelle scuole.»
Riccardo Bonacina, «Vita», 18 maggio 2007
«Non spetta a noi giudicare la scientificità della ricostruzione della storia economica dello Stark […], ma indubbiamente l’abbondanza di ragioni e documenti si come la teologia cristiana già da sant’Agostino abbia abbracciato la strada della libertà, della logica e del pensiero sono non solo convincenti, ma dello stesso spessore della realtà.»