La bruciante e tragica ascesa di Julien Sorel, giovane avventuroso, romantico e calcolatore, nella Francia della Restaurazione. Il protagonista del più celebre romanzo dello scrittore francese sfida se stesso e la società che vorrebbe conquistare: i suoi amori travolgenti e la sua arida sete di dominio, che di volta in volta gli consentono di affermarsi e lo portano alla distruzione, sono i segni distintivi di una letteratura che è riuscita a misurarsi con le più profonde e misteriose contraddizioni del cuore umano.
I "Ricordi di egotismo", qui proposti nella traduzione d'autore di Massimo Bontempelli, furono iniziati da Stendhal nell'ozio di Civitavecchia allo scopo di fissare i momenti di felicità che lo scrittore francese era riuscito a cogliere nel decennio della sua vita parigina tra il 1821 e il 1830, successivo al felice periodo milanese e all'infelice amore per Matilde Dembowski. Ma l'intento autobiografico di Stendhal si frantuma in tutta una serie di descrizioni della vita e della società parigine, e soprattutto di incursioni nelle tre grandi passioni dello scrittore francese, l'amore, la musica e la pittura.
"Per il giovane Stendhal, la scoperta di Cimarosa fu la scoperta della musica": così scrive Enzo Siciliano nella sua prefazione a questa Vita di Mozart, che segna il debutto del grande narratore francese nella letteratura. Se Cimarosa fu infatti il primo grande amore musicale di Stendhal, Mozart rappresentò l'approdo definitivo della sua passione, perché, come racconta lo stesso Stendhal in questa piacevole breve biografia: "Un pittore, volendo una volta adulare Cimarosa, gli disse di considerarlo superiore a Mozart. Al che l'italiano, con vivacità: 'Che direste voi a chi vi dichiarasse che siete più grande di Raffaello?'".