Gioacchino da Fiore, abate, nacque nel 1130 ca. a Celico, paese della Calabria. Egli ebbe una profonda fede nell’imminente Regno di Dio: una terza età del genere umano l’età dello Spirito dopo l’età del Padre e del Figlio. Lo Spirito Santo è portatore del progresso; tutti i popoli della terra ne sono partecipi.
Nato per essere guida di altri uomini, credeva fermamente che il monaco doveva essere “sentinella di Dio”. Nel Liber Concordiae infatti così scriveva: “È nostro dovere salire sull’osservatorio della montagna e, non appena avvistati i nemici, dare l’allarme… Voi da degni soldati di Cristo, quali siete, mettete da parte le opere delle tenebre e indossate le armi della luce.
Noi, se non diamo fiato alla tromba siamo responsabili del vostro sangue; voi, se trascurate di indossare le armi della luce, perirete per colpa vostra”.
Conoscere Gioacchino è significativo in un tempo come il nostro, in cui si avverte l’esigenza di riconquistare e difendere quella che l’abate chiama il più insigne dono dello Spirito: “la pace spirituale del mondo”.
“Caterina, a piedi nudi nel vento” ripercorre passo passo il cammino umano e spirituale di Caterina, donna del quattordicesimo secolo, che le ha fatto conseguire mete così all’avanguardia perfino ai nostri giorni. Caterina sfida i venti contrari di pene e tribolazioni, di forti battaglie e tentazioni, con “fortezza”, in quanto legata a Cristo, “muro di tanta fortezza” che nessun vento contra-rio può abbattere.
Lottò in difesa della fratellanza, della tolleranza, della amicizia, della pace e dell’amore. Per ispirazione dello Spirito Santo “fabbricò” nell’anima sua una cella segreta, dalla quale si impose di non uscirne mai per qualunque cosa al mondo rimanendo sempre radicata nella cella del “conoscimento di sé”. “Caterina, a piedi nudi nel vento” è una lezione di vita, un insegnamento a dover e saper scegliere la strada da percorrere.