Una storia vera, davvero insolita: una donna giovane e bella abbandona i miti pagani dei quali si è nutrita negli anni giovanili man mano che si trova a compiere uno strano pellegrinaggio che la porta a decidersi per Cristo, facendo di questa ricerca la ragione della sua vita. Un miracolo di sant'Antonio avvenuto pochi anni or sono in una chiesetta ticinese, raffigurato in un quadro di Giuseppe Gasparro, che l'autrice incontra al momento della collocazione dell'opera, dà inizio ad una improvvisa e del tutto imprevedibile conversione, che induce l'autrice a modificare il suo modo di pensare e di vivere. Un mutamento, quindi, anche filosofico ed esistenziale, come sottolineato nella prefazione da Diego Fusaro, così anomalo in un'epoca come la nostra, che rende ancor più affascinante questa storia. Postfazione di Luca Brunoni.
Prima dell'avvento della psicologia, la cura della psiche era affidata a sacerdoti, teologi e filosofi. Oggi i disagi interiori sono in aumento e gli psicologi non bastano per coprire il bisogno delle persone. Inoltre i metodi della psicologia, forse, non sono più sufficienti a soddisfare le esigenze spirituali più profonde degli individui. Potrebbero alcuni lettori e accoliti, ministri minori della Chiesa, nell'ottica di creare una rete pastorale inserita nella società, offrire sostegno alle persone rifacendosi ai libri confessionali medievali? Evidentemente solo il sacerdote può accordare il sacramento della riconciliazione con Dio, in seguito alla confessione, ma qualunque persona, dopo aver studiato i metodi e l'applicazione della cura dell'anima in uso nel periodo medievale, può svolgere consulenze spirituali e teologiche di evidente valore terapeutico al fine di curare le sofferenze interiori.