La visone del mondo della psicologia analitica junghiana, ha profonde connessioni con la dimensione filosofica, intesa questa ultima nella sua accezione più ampia di teoresi e prassi. L''amore, l'interesse, la conoscenza di Jung per la filosofia hanno gettato le premesse affinché la psicologia analitica diventasse, con la sua mole di scritti, un grande vas alchemico da contenere la complessità della Psiche individuale e collettiva, inebriando di linfa vitale la tensione dialettica, mai compiuta, verso la totalità, ovvero l'imago Dei. Ricercare gli stili del fare junghiano significa in tale volume restituire al pensare filosofico una sua pregnanza, svincolando la filosofia da una visione troppo ristretta, bagnandola con la funzione del sentire emozionale nell'incontro relazionale dell'Io col Tu e rintracciare alcune delle metafore di base della visione junghiana.
Il volume raccoglie i contributi di diversi autori nel campo della psicologia clinica e della psicoterapia, muovendosi lungo la visione della conoscenza e dell'importanza del confronto tra i diversi modelli epistemologici e clinici per la cura del disagio psichico e per il benessere della persona e del collettivo. In tale senso l'attenzione sulla relazione, al di là della specificità dei singoli modelli, deriva dalla consapevolezza che essa rappresenta il fulcro di ogni processo di cura, in un periodo storico attuale in cui i disturbi legati alla sfera relazionale si impongono sullo scenario della Psiche individuale e sociale. Recuperare e restituire alla creatività una sua valenza psichica, significa collocarla in una visione simbolica e relazionale, spostando l'asse dalla creatività al fare creativo, alla poiesis come base poetica della mente, focalizzando l'attenzione sul processo creativo inteso come stile di lavorio che favorisce la trasformazione della propria storia, aprendosi agli orizzonti prospettici di una molteplicità di modi di vedere il mondo personale e sociale, l'Anima individuale e l'Anima mundi.