Nella sua Lettera d'oro, scritta intorno al 1144, Guglielmo di Saint-Thierry offre la sintesi del suo lungo cammino di uomo, di credente e di monaco. In maniera sintetica e pedagogica egli rivela una capacità di introspezione, una finezza di analisi interiore e una profondità teologica che ne fanno uno dei maggiori esponenti della spiritualità cristiana del medioevo. All'interno di questa opera, centrale appare l'idea che la vita cristiana è una chiamata a vivere pienamente la propria dimensione umana, è un cammino dalla dissomiglianza alla somiglianza con Dio.
È un trattato sui tre stati della vita religiosa. Parte dalla tripartizione antropologica, ripresa dalla tradizione patristica e descrive i tre tipi di uomo: animale, razionale e spirituale, come tre condizioni dell'anima, quindi in base al principio che li muove.In questi livelli il protagonista è, nel primo il corpo, che deve essere padroneggiato, nel secondo l'animus, che deve essere educato, nel terzo è Dio che prende possesso dell'interiorità del credente. La crescita spirituale si sviluppa quindi su tre binari: l'asse volitivo-affettivo, l'idea di trasformazione e il processo di unificazione. Ne deriva una quotidianità "trasfigurata" nelle relazioni, nelle responsabilità, nel cammino di avvicinamento al fine che è "il fine-pienezza" della nostra esistenza.